STORIA
BREVI CENNI STORICI
L’attuale presenza dei monaci di Gerusalemme in questa antichissima Badia sembra rispettare ancora, dopo mille anni, la volontà della fondatrice, la marchesa Willa di Toscana che, nel 978, ne promosse l’edificazione e dette vita al nuovo centro ecclesiale con generose e laute donazioni di beni terrieri, donazioni e privilegi. Poco più tardi (996-997), il figlio Ugo, il generosissimo “gran barone” (Dante, Paradiso, XVI, 28), confermò ed aumentò le donazioni materne con tale munificenza da oscurarne la memoria e rimanere, nel ricordo dei Fiorentini, il fondatore della chiesa, del cenobio e delle opere annesse. La sua memoria, celebrata fin dall’antichità con continuità, si protrae fino ad oggi con la liturgia della Santa Messa ogni 21 dicembre. Di questo illustre personaggio rimangono a memoria, nella chiesa, la bella sepoltura di Mino da Fiesole e gli stemmi della Marca di Toscana (a bande verticali bianco e rosso) sopra l’arco dell’altar maggiore, in facciata su via Ghibellina e su alcuni arredi lignei.
In quei tempi antichi fece molta impressione la presenza in città di monaci benedettini, solitamente lontani dai centri urbana ma, allora come oggi, quella inedita situazione ben s’inseriva e corrispondeva alla vocazione spirituale e, al tempo stesso, terrenamente concreta dell’anima fiorentina. Sappiamo, infatti, dalla conoscenza della storia religiosa ed artistica, quanto quella presenza monastica sia stata feconda!!! Quei monaci, animati dal motto “ora et labora”, hanno svolto, infatti, in Firenze e per Firenze, nei secoli, un’opera molteplice e profonda, educando moralmente, promuovendo socialmente, stimolando sul piano della ricerca culturale.
Nello stesso tempo elevarono anche un monumento d’arte!!!
NOTIZIE SULLA PRIMA CHIESA : 978-1284
L’area, nella quale furono eretti la chiesa ed il convento voluti dalla marchesa Willa, era compresa tra le mura del primo cerchio della città ed una più antica chiesetta posta a nord, intitolata a Santo Stefano. Quest’area, adesso difficilmente individuabile, era posta tra via del Proconsolo, piazza San Firenze, via della Condotta, via dei Magazzini e via Dante Alighieri. Il convento fu dedicato alla Vergine Maria e, per volere della fondatrice, doveva essere abitato da monaci benedettini.
La forma della prima chiesa era quadrangolare con tre absidi semicircolari e orientamento tradizionale ad est e facciata ad ovest.
Della chiesetta primitiva rimangono pochissime tracce:
- la base cilindrica del campanile del X secolo, ancora a fondamento dell’attuale campanile gotico;
- un avanzo di lastra marmorea, decorato in stucco del sec.X-XI;
- frammento di mensa in marmo intarsiato, attualmente nell’altare nella cappella Pandolfini sec.XII-XIII;
- una coppia di bifore in marmo bianco e verde, provenienti probabilmente dall’antica facciata, attualmente posta nel loggiato superiore del chiostro degli Aranci, sec.X
LA RISTRUTTURAZIONE DELLA CHIESA : 1284-1307
La critica attribuisce ad Arnolfo di Cambio, il celeberrimo architetto di Palazzo Vecchio, di Santa Maria del Fiore e di Santa Croce, nonché valente scultore, la ristrutturazione della chiesa a partire dal 1284. I lavori si protrassero fino al primo decennio del Trecento.
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Le tre absidi primitive furono allineate su via del Proconsolo, correggendo la curvatura delle antiche mura che nel frattempo erano state demolite; la grande parete sulla strada fu divisa da cinque lesene che separano quattro alti e stretti finestroni archiacuti. Probabilmente fu mantenuta l’antica dimensione della larghezza della chiesa, fu realizzato un nuovo presbiterio rialzato di vari gradini e questo fu diviso in tre cappelle con crociere archiacute ed archi ogivali all’ingresso.
LA RISTRUTTURAZIONE DELLA CHIESA : 1284-1307
Le cappelle del presbiterio avevano affreschi con storie di Cristo (a sinistra), storie della Vergine (al centro), storie di Santi Martiri (a destra) con vari gradini e questo fu diviso in tre cappelle con crociere archiacute ed archi ogivali all’ingresso. Le cappelle del presbiterio avevano affreschi con storie di Cristo (a sinistra), storie della Vergine (al centro), storie di Santi Martiri (a destra) con dedicazione a San Giovanni evangelista. I resti di questi affreschi trecenteschi, (quelli dell’abside centrale eseguiti da Giotto!!), sono nei depositi degli Uffizi, ad eccezione di alcuni con le scene della Vita di Cristo, attualmente visibili nella cappella di San Bernardo.