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Immagine del redattoreBadia Fiorentina

ADORARE IN UN MONDO IN CRISI

BADIA FIORENTINA – 26.11.2023 Fr. ANTOINE-EMMANUEL




Pandemia di Covid-19, cambiamenti climatici con i loro risvolti sui paesi più poveri, in particolare; catastrofi naturali, crisi migratoria mondiale , persecuzione religiosa a un livello mai raggiunto, numerosi focolai di guerra, ossia guerra mondiale a pezzi, guerra in Ucraina con lo schieramento occidentale in opposizione all’egemonia russa. E, dal 7 ottobre scorso, pogrom innominabile da parte di Hamas nel Sud di Israele e risposta violentissima dell’esercito israeliano, con il rischio quotidiano che questa guerra si diffonda nell’intero Medio Oriente ed oltre.

In questa nostra epoca, vi sono stati pure 44 milioni di aborti nel 2022; 93.000 i casi finora documentati di persone sottoposte ad eutanasia nei quattro Paesi europei dove è stata legalizzata, ossia Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Spagna… In Svizzera, nel 2022, più di 17.000 persone sono diventate membri di Exit, la più vecchia e grande organizzazione di assistenza al suicidio in Svizzera. In totale, le persone iscritte sono 154.118, mai così tante dalla nascita dell'organizzazione, quarant'anni fa. Senza parlare del tasso di divorzio nei paesi occidentali, del degrado della famiglia, del gender, dell’antisemitismo, del wokismo, ecc…

E quanta solitudine… “la pandemia della solitudine”! “Secondo le rilevazioni statistiche, gli americani che dicono di sentirsi invisibili, insignificanti e soli sono uno su due. Non solo anziani. Uomini e donne. Ricchi e poveri.” (Avvenire 24.06.2023) E quante persone che prendono psicofarmaci!

E, prima di tutto, la perdita del senso di Dio. L’uomo occidentale prende il posto di Dio.


Che sentimenti vi abitano quando guardate a tutto ciò?


A che serve una persona che viene per un’ora di Adorazione Eucaristica nella piccola chiesa della Badia Fiorentina? Cambierà il mondo? Ristabilirà la Giustizia? Ritesserà la famiglia? Farà tacere le armi?


Vorrei rispondere a questa domanda partendo dal capitolo 21 del Vangelo di Luca.

Alzati gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: "In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere". (Lc 21,1-4)

Chi avrà visto questa vedova povera? Chi avrà prestato attenzione al suo gesto? Siamo nell’immenso Tempio di Gerusalemme, la cui costruzione richiese quarantasei anni di lavori.

Il suo gesto per gli uomini non è significativo. Nella contabilità dei sacerdoti non cambierà quasi nulla.

Gesù invece guarda questa donna. La indica ai suoi apostoli. E afferma che il suo gesto ha più valore di tutte le offerte più ricche fatte nel tempio.

È un'altra scala di valori.

Quello che sembra quasi ridicolo agli occhi del mondo ha molto valore agli occhi di Dio.

Allora uno di voi che va fino alla fermata del bus, magari sotto la pioggia, prende il bus affollato, fa un nuovo tratto a piedi e viene in Badia per un’ora di Adorazione… agli occhi del mondo che calcola l’efficienza di ogni cosa, non conta nulla. Ma, agli occhi di Dio, conta!

A dire il vero, tanti avvenimenti che hanno cambiato il mondo sono avvenuti nella discrezione. All’indomani dell’Annunciazione, nessuno sapeva di quel “Sì” che avrebbe cambiato il corso della storia. Era stato detto nella piccola casa di Maryam di Nazaret. Anche il fidanzato Giuseppe non seppe nulla in quel momento.

E nove mesi dopo, che differenza tra il censimento dell’imperatore che mise tantissime famiglie sulle strade, che fece tanto rumore, tanto scalpore… e la nascita di un Bambino che avvenne in una grotta insalubre di Betlemme! Eppure fu quella nascita che cambiò il corso della storia. Non il censimento di Cesare.

Siamo attratti da quello che brilla, che fa notizia, che fa scalpore, … ma quello che trasforma il mondo, che dà speranza al mondo, che cura le ferite del mondo è altrove, è altro.

"Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami ". (Mt 13,31-32)

Il granello di senape seminato nel campo non lo vedi. Ma è da Lui che nascerà la pianta fra i cui rami “gli uccelli del cielo vengono a fare il nido ”.

La vera trasformazione del mondo avviene in questo modo. È simile “al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata". (Mt 13,33)

Non fa rumore mescolare un po’ di lievito alla farina. Non si vede neanche. Eppure è da questo gesto che verrà fuori il pane.

Gesù stesso ha scelto questa via. E' fuggito quando volevano farlo re. Non voleva questa via per trasformare il mondo. Già nel deserto, rifiutò di gettarsi giù dal punto più alto del tempio per esercitare fascino e ottenere successo.

Sapeva che “se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.” (Gv 12,24-25)

Quello che aveva fatto la vedova, lo fece anche Gesù: gettare nel tesoro di Dio “tutto quello che aveva per vivere” e senza cercare nessuna visibilità.

Anzi, “È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere.” (Is 53,2)

Non sarete mai sulla prima pagina della Nazione o del Corriere della Sera perché andate all’Adorazione alla Badia. Eppure, questo dono di voi stessi, di voi stesse è un modo fecondissimo, per fare lievitare la pasta del mondo.

Il lievito si fa con farina e acqua e diviene tale grazie alla proliferazione di batteri… i lieviti sono organismi monocellulari appartenenti al regno dei funghi. Non è glorioso! Ma è indispensabile per aver del pane!

Pensate a Gesù crocifisso… “Molti si stupirono di lui - tanto era sfigurato per essere d'uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell'uomo.” (Is 52,14)

Gesù non ha salvato il mondo con un'azione spettacolare… anzi. Chiederà: “Come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio?” (Gv 5,44). La trasformazione intima, profonda, del mondo non avviene con azioni eclatanti…

Avvenne quando Gesù prese la via dell’Amore attraverso la Sua Passione e la sua morte, fino a sentirsi abbandonato da Dio, scendendo dove si vive senza Dio, per offrire a tutti la Salvezza.

Venire all’Adorazione è prendere questa medesima via. È seminare silenziosamente l’Amore nel mondo. Ed è quello che l’Eucarestia stessa ci insegna.

Non siamo solo spettatori dell’Eucarestia, entriamo nel mistero dell’Eucarestia. Vi partecipiamo. Adorare non è solo guardare. È entrare. È lasciarsi afferrare dal dono d’Amore che è l’Eucarestia.

Vieni per amare con l’Amore che si offre a tutti, nel Pane che Gesù ha attirato a Sé e ha fatto Suo corpo.

Nessuno racconta i gesti d’amore di una madre per il suo bambino fragile, né i gesti d’amore di un figlio per il genitore anziano. Nessuno racconta l’amore che vi è nella pazienza che tanti hanno con un famigliare disabile, un marito infedele, una moglie agitata … Nessuno racconta la tenerezza di un infermiere di notte che consola un malato terrorizzato. Come nessuno racconterà che sei andato all’Adorazione per amore di Gesù e per amore del mondo.

Ci vai come un sacerdote, perché sacerdoti lo siete in virtù del Battesimo, per presentare il mondo a Gesù e per accogliere per il mondo intero il fiume d’Amore che sgorga da Gesù Eucarestia che è Sacramento del Suo Amore, Presenza traboccante di desiderio e di amore per tutti. È il Suo Cuore che si offre a noi


"Ecco allora la sfida permanente che l'Eucaristia offre alla nostra vita: adorare Dio e non sé stessi, non noi stessi. Mettere Lui al centro e non la vanità del proprio io. Ricordarci che solo il Signore è Dio e tutto il resto è dono del suo amore. Perché se adoriamo noi stessi, moriamo nell'asfissia del nostro piccolo io; se adoriamo le ricchezze di questo mondo, esse si impossessano di noi e ci rendono schiavi; se adoriamo il dio dell'apparenza e ci inebriamo nello spreco, prima o dopo la vita stessa ci chiederà il conto. Sempre la vita ci chiede il conto. Quando invece adoriamo il Signore Gesù presente nell'Eucaristia, riceviamo uno sguardo nuovo anche sulla nostra vita: io non sono le cose che possiedo o i successi che riesco a ottenere; il valore della mia vita non dipende da quanto riesco a esibire né diminuisce quando vado incontro ai fallimenti e agli insuccessi. Io sono un figlio amato, ognuno di noi è un figlio amato; io sono benedetto da Dio; Lui mi ha voluto rivestire di bellezza e mi vuole libero, mi vuole libera da ogni schiavitù. Ricordiamoci questo: chi adora Dio non diventa schiavo di nessuno: è libero. Riscopriamo la preghiera di adorazione, una preghiera che si dimentica con frequenza. Adorare, la preghiera di adorazione, riscopriamola: essa ci libera e ci restituisce alla nostra dignità di figli, non di schiavi." (Papa Francesco, conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale di Matera, 25 settembre 2022)


Mi chiedo spesso: “Ma, Signore, come fai a sopportare tanta ingratitudine da parte dell’umanità? Come fai a permettere che tanti bambini siano vittime dell’egoismo della nostra società? Come accetti che l’umanità si faccia padrona della vita, della morte e della differenza sessuale? Come fai a permettere che Ti escludiamo dalla nostra cultura? “.

Di una cosa sono certo: che se, nella situazione attuale del mondo, i cataclismi cosmici e umani non distruggono del tutto il pianeta è perché vi è sulla terra una costellazione di anime che pregano e, soprattutto, che accettano di offrire le proprie sofferenze per la salvezza delle anime. Non si vedono. Non se ne parla. Ma sono loro, siete voi, che fate lievitare il mondo nell’Amore e che evitate il peggio.

Penso alla cupola del Duomo con il Giudizio universale, opera diGiorgio Vasari e Federico Zuccari, del 1572-1579. Si vede Gesù, in vesti bianche, con le braccia aperte ad accogliere i beati a destra, e a respingere i dannati a sinistra. E accanto a Lui la Madre. Discreta. Ma la sua presenza è essenziale nel mistero della Salvezza. Si offre per noi, unendosi al sacrificio di Gesù.

Cosi, anche noi, ci uniamo al Sacrificio di Gesù. L’ora di Adorazione è una nostra partecipazione al mistero della Salvezza. È una forma di co-redenzione. Non fa rumore, non fa scalpore. Ma contribuisce alla salvezza delle anime…Ha tanto valore.

Concludo con il seguito del capitolo 21 del Vangelo di Luca.

“Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: "Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta". Gli domandarono: "Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?". Rispose: "Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: "Sono io", e: "Il tempo è vicino". Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine".Poi diceva loro: "Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.” (Lc 21,5-19)

L’ora che viviamo è certamente un'ora di grandi prove. È quindi l’ora della fiducia e della perseveranza:

fiducia, perché tutto è nelle mani del Signore; perseveranza, perché i dolori del parto annunciano il mondo nuovo.

















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