XXVIII Domenica del T.O.
2 Re 5,14-17 – 2 Tim 2,8-13 – Lc 17,11-19
E gli altri nove dove sono?
Cosa abbiamo proclamato insieme dopo la Prima Lettura?
“Rendiamo grazie a Dio!”
Cosa abbiamo proclamato insieme dopo la Seconda Lettura?
“Rendiamo grazie a Dio!”
Cosa abbiamo sentito prima del Vangelo?
“In ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.”
E all’inizio della Preghiera Eucaristica:
“Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.”
“E’ cosa buona e giusta”.
Rendere grazie a Dio…
Non appropriarsi della Grazia… ma offrirla a Dio.
Questo non ci toglie la Grazia,
ma, al contrario, fa sì che divenga più profondamente nostra.
Se qualcuno vi ferma per strada la domenica mattina,
e vi chiede: “Dove vai?”,
voi rispondete: “Vado a messa!”.
Se vi chiede poi: “Cosa ci vai a fare?”,
la risposta più giusta sarebbe:
“Vado a rendere grazie a Dio!”.
Siamo qui riuniti per ringraziare Dio.
E abbiamo come maestro un lebbroso samaritano!
La scena evangelica è molto espressiva.
Sono dieci lebbrosi a rivolgersi a Gesù:
"Gesù, maestro, abbi pietà di noi!"(Lc 17,13)
Chiamano Gesù “maestro”, letteralmente “sovrintendente”,
uno che ha potere, e che può fare qualcosa per la loro situazione drammatica:
sono malati e perciò anche socialmente e religiosamente esclusi, maledetti.
Ci si aspetterebbe che Gesù, con un gesto o con una parola, subito li guarisca.
Egli però non agisce così.
Come in tante altre situazioni, Gesù non vuole compiere una guarigione eclatante
che attiri la gente, che gli faccia “pubblicità”,
e lo faccia considerare come un guaritore soltanto.
"Andate a presentarvi ai sacerdoti" (Lc 17,14),
cioè fate quello che è previsto dalla Legge:
si doveva andare da un sacerdote per far riconoscere l'avvenuta guarigione
ed essere riammessi nella comunità d’Israele, nel Popolo della Legge,
per recarsi poi, come prima cosa, al Tempio di Gerusalemme,
ed entrare finalmente in esso ad offrire il sacrificio prescritto.
Cosa fanno i dieci lebbrosi?
Si fidano della parola di Gesù.
Credono o, meglio, iniziano il cammino della fede.
“E mentre essi andavano, furono purificati”. (ibid.)
Non “salvati”, ma “purificati”.
Ogni traccia di lebbra scompare: è una guarigione straordinaria!
Un dono meraviglioso!
La loro vita in questo momento cambia radicalmente!
Cosa fanno?
A questo punto, il gruppo si divide!
Per nove di loro, la cosa più importante è andare, come ha detto Gesù,
a far riconoscere la propria guarigione dal sacerdote,
così da essere reintegrati nel Popolo della Legge,
e rifarsi una vita.
Ma, per uno di loro, non è questa la priorità.
E' uno “straniero”, un samaritano, uno malvisto in Israele…
Per lui, la priorità è rendere grazie a Dio.
La Grazia per lui non è scontata.
Non è meritata…
È un dono immeritato, inaspettato… e richiede l’azione di grazie.
Nove tra loro sono preoccupati della loro condizione fisica e sociale.
Sono ripiegati sui loro bisogni.
Mentre lui è rivolto verso Dio.
E si mette a “lodare Dio a gran voce”. (cfr Lc 17,15)
Grida la sua lode a Dio.
A squarciagola!
Non gli interessa essere reintegrato nel Popolo della Legge,
andando da un sacerdote samaritano.
Gli interessa essere membro del Popolo della Grazia.
Ed è Gesù solo che lo può ammettere nel Popolo della Grazia.
Ha capito che la Grazia è nella Persona di Gesù
Compie tre passi:
fa un' inversione a U,
loda Dio a gran voce,
si prostra davanti a Gesù, confessando così che è Dio!
Qual è la conseguenza di questo suo cammino?
"Alzati e va'; la tua fede ti ha salvato!". (Lc 17,19)
Gesù non dice: “La tua fede ti ha guarito!", bensì “salvato”.
Una cosa è la guarigione fisica e sociale,
un’altra è la salvezza!
E come si giunge alla “salvezza”?
“La tua fede ti ha salvato!".
Per Gesù, la fede non è solo la fiducia in Lui come guaritore,
non è solo l'obbedienza alla Sua Parola:
è l’andare personalmente verso di Lui,
riconoscendo Chi Egli è,
adorandoLo!
Questa fede che è profondamente personale… salva!
"Alzati e va!”
Letteralmente, si tratta di risurrezione!
Se ti getti ai piedi di Gesù, confessando la Sua Signoria,
allora sei sulla via della Risurrezione!
Ma prima di proclamare la sua salvezza, cosa dice Gesù al Samaritano?
"Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono?
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio,
all'infuori di questo straniero?". (Lc 17,17)
Ecco la domanda che risuona oggi:
E gli altri nove dove sono?
Il 90% dove sono?
Il 90% dei cristiani che, col Battesimo, sono stati purificati dalla lebbra del peccato,
che, con il Battesimo, sono stati liberati dal peccato e dalla condanna a morte eterna,
dove sono?
Non sentite il grido di Gesù?
Non lo sentite in cuor vostro?
“Dove sono?”
Come il grido di Dio ad Adamo nel giardino: Adamo, “Dove sei?” (Gn 3,9)
“Dove sono?” Va a cercarli!
Va a dire loro: “Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti!” (2Tm 2,8)
E qui abbiamo l’esempio di Paolo che soffre per il Vangelo
“fino a portare le catene come un malfattore”.
E dice: “Ma la parola di Dio non è incatenata!
Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto,
perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.”
(2 Tm 2,9-10)
Ecco la nostra vocazione:
invitare tutti a entrare nell’Azione di grazie!
In mezzo alla città, noi monaci e fedeli gridiamo a tutti:
“Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo la roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia.” (Sal 95(94),1-2)
E lo facciamo pieni di gioia perché questa parola è degna di fede: “Se moriamo con lui, con lui anche vivremo; se perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà; se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.” (2Tm 8,11-13)
Rendiamo grazie a Colui che è stato insultato come “samaritano” e “indemoniato”,
a Colui che si è fatto lebbroso per noi,
maledetto per noi,
per radunarci tutti nel Popolo della Grazia!
Davvero…“In ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.” (1Ts 5,18)
Ma bisogna fare una inversione a U!
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