Giovedì della V settimana del T.O
Gn 2,18-25 – Mc 7,24-30
Fede ed umiltà
"Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli". (Mc 7,28)
Gesù allora le disse:
"Per questa tua parola, va': il demonio è uscito da tua figlia". (Mc 7,29)
È stata determinante questa parola!
Cosa ha espresso la donna siro-fenicia dicendo
che “anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli”?
Ha riconosciuto l’elezione del Popolo d’Israele.
Ha riconosciuto la libertà di Dio, che sceglie chi vuole per una missione.
Questa donna non cerca di appropriarsi dell’elezione.
Si ritrova qui la sapienza di Giovanni che confessò:
"Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo.” (Gv 3,27)
Per usare l’immagine evangelica del pane della tavola,
la donna riconosce che questo pane, che è Gesù,
è in modo preminente per il Popolo d’Israele.
Questo non lo contesta affatto.
Non pretende di essere con Israele a tavola.
Ma crede che questo Pane, che è Gesù, sia così prezioso, così divino,
che anche una briciola di esso può trasformare la sua esistenza.
È una confessione di fede straordinaria.
Vi sono fede e umiltà,
fede e non appropriazione del dono:
“Gesù, non ti chiedo l’elezione, non ti chiedo di essere a tavola con gli eletti.
Chiedo solo Te.
Una briciola del Tuo sguardo, della Tua Parola, del Tuo Amore
basta per cambiare una vita”.
Siamo vicinissimi alla fede della donna che soffriva di perdite di sangue
ed era convinta che le sarebbe bastato
toccare il lembo del mantello di Gesù per essere guarita:
"Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata". (Mc 5,29)
Sante donne del Vangelo,
Maestre di fede e di umiltà,
pregate per noi,
affinché ci siano pure in noi fede ed umiltà…
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