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7 giugno 2024 Badia Fiorentina Fr. Antoine-Emmanuel



Solennità del Sacro Cuore

Os 11,1..9 – Ef 3,8..19 – Gv 19,31-37


In questi ultimi giorni, ho avuto il dono

di vivere un breve pellegrinaggio a Santiago di Compostella.

Dieci giorni di cammino, 220 km a piedi, per il cosiddetto “Camino del Norte”.

Dieci giorni intensi, che ho percepito come una purificazione del cuore attraverso i piedi.

Avevo l’impressione che il Signore stesse lavorando discretamente giorno dopo giorno.

Mi ha fatto vedere il mio peccato, le mie tendenze a chiudermi, le mie infermità…

 

L’arrivo a Santiago è stato bellissimo.

Non tanto per la città, pur bella,

neanche per l’arrivo sulla Piazza antistante alla Cattedrale,

anche se commovente,

ma per la preghiera nella Cattedrale:

la messa con centinaia di pellegrini dal mondo intero,

la venerazione delle reliquie dell’Apostolo Giacomo,

l’abbraccio alla statua dell’Apostolo,

e l’adorazione silenziosa…

 

Ero davanti a Gesù con la mia grande stanchezza…

Mi sono preparato alla confessione

che mi sembrava indispensabile al termine del pellegrinaggio.

Mi esamino.

Leggo i miei appunti sul mio taccuino.

La mia attenzione è sui miei peccati che voglio dare a Gesù.

Ascolto dentro di me.

E capisco che non è tanto il mio peccato che Gesù mi chiede,

bensì il mio amore.

 

Ho fatto 220 km a piedi, ho sopportato non poche disavventure,

mi sono preparato per bene alla confessione,

ma quello che Gesù desidera da me è altro:

Gesù desidera la mia fiducia ed il mio amore.

 

Questo mi spiazza…

E vado a confessarmi.

Faccio un po’ di coda, perché vi è un solo sacerdote, tedesco, che parla inglese.

Mi confesso.

 

Cosa mi dice?

Mi rimanda alla domanda di Gesù all’Apostolo Pietro:

“Mi ami più di costoro?” (Gv 21,15).

Tre volte.

 

Gesù mi chiede davvero il mio amore.

 

E ho pregato tante, ma tante volte:“Gesù, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene”…(cf. Gv 21,17)

 

*

Carissimi, questo è il Cuore di Gesù.

Un cuore assolutamente divino, interamente volto all’Amore,

e, insieme, un cuore assolutamente umano

che ci chiede: “Mi ami?”.

 

È Dio che ci chiede con un cuore umano: “Mi ami?”

 

Del Suo cuore, Gesù ha detto una sola cosa:

ha detto di essere “mite ed umile di cuore” (Mt 11,29).

“Umile”, tapeinos in greco, significa essere di condizione sociale bassa,

significa non essere autosufficienti, dipendere da Dio.

 

Il Cuore di Gesù non è autosufficiente:

dipende da Dio… e desidera il nostro amore.

 

Fu il Suo grido sulla Croce: “Ho sete” (Gv 19,28).

Gesù ha sete di dare il Suo Amore,

ha sete che il Suo Amore sia ricevuto, accolto, che possa trasformare tante vite nell’amore.

Ha pure sete del nostro amore.

 

È un cuore umile,

è un cuore povero al quale appartiene il Regno di Dio,

è anche un cuore trafitto.

Attraverso la ferita del costato aperto di Gesù,

la Madonna avrà visto il Cuore ferito di Gesù.

Un cuore divenuto una grande ferita.

A tal punto che la Madonna fu come trafitta anche lei da un’immensa spada di dolore.

 

Il Cuore di Gesù ci chiama oggi ad unirci al Suo dolore,

per la salvezza delle anime.

“Signore, tu sai che ti voglio bene”… “Pasci le mie pecore” (Gv 21,17).

Essere innamorati, rapiti dal Cuore di Gesù,

ci fa comunicare al Suo desiderio che tutti siano salvati.

 

Dall’amore per il Cuore di Gesù nasce il desiderio di riparazione.

Non possiamo più essere inerti e indifferenti dinanzi al peccato che distrugge tante vite,

e mette in pericolo la salvezza eterna di tanti.

Non possiamo più passare oltre come il sacerdote ed il levita della Parabola (Lc 10,25-37).

Bisogna riparare.

È un obbligo d’amore che nasce nel cuore.

 

È immensa oggi la necessità dell'opera di riparazione…

Riparare con l’amore le ferite, gli oltraggi al Cuore di Gesù e di Maria.

Riparare con l’amore le ferite al Corpo di Cristo,

in particolare nei più piccoli, nelle vittime di abusi.

 

Riparare.

E ringraziare.

 

*

 

Nel secondo giorno del pellegrinaggio,

accanto ad un ponte, in mezzo ad una natura bellissima,

c’era un giovane di nome Jesus che vendeva dei piccoli oggetti di legno.

Abbiamo scambiato qualche parola.

Abbiamo parlato di gratitudine.

E lui ci ha detto: “Il grazie più bello non è quello con le parole,

bensì quello con le azioni.”

La nostra stessa vita sia un ringraziamento al Cuore di Gesù che tanto ci ha amati.

Tanto ci ama…

 

 

 

 

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