II Domenica di Pasqua
Domenica della Divina Misericordia
At 4,32-35 – 1Gv 5,1-6 – Gv 20,19-31
La misericordia, unico vero fondamento quaggiù!
Gesù è un coach formidabile!
Sa come accompagnarci, come allenarci,
perché giungiamo ad una buona performance.
Si vede con gli apostoli.
Tre giorni dopo la morte di Gesù in croce,
dopo il tradimento di Giuda,
dopo il rinnegamento di Pietro e la defezione di quasi tutti,
si vede che gli apostoli non sono proprio degli atleti della fede e dell’amore. Anzi!
In loro c’è tanta vergogna, tanta paura…
Le donne, le sante donne, hanno detto loro di aver visto Gesù risorto,
ma non è bastato per vincere l’incredulità.
Uno di loro, addirittura, ha lasciato la comunità e si rifiuta di credere.
Le loro infedeltà pesano come un grande masso sulla loro coscienza.
Ci vuole un coach eccezionale per dare loro un nuovo slancio,
perché corrano sulla via dell’amore, della fede, della speranza;
perché divengano testimoni della vittoria di Gesù sulla morte.
Una tappa essenziale di questo allenamento, di questo rimettersi in piedi,
sarà la Pentecoste: il dono dello Spirito Santo.
Ma prima ci vogliono altre tappe,
e la prima è quella narrata all’inizio del Vangelo odierno.
Si svolge la sera di Pasqua,
quando gli apostoli sono ancora paralizzati dall’angoscia e dalla vergogna,
e tengono chiuse tutte le porte.
Leggendo i quattro Vangeli, si capisce che la prima visita di Gesù risorto
dovette durare il tempo necessario perché Lo riconoscessero.
Gesù arriva a chiedere da mangiare,
perché vedano che non è un fantasma. (cf. Lc 24, 41-43)
Poi c’è la catechesi di Gesù, a partire del Primo Testamento,
catechesi il cui perno è che il Messia doveva soffrire. (cf. Lc 24, 44-46)
Viene allora il dono della misericordia.
Ben due volte Gesù dice loro: “Pace a voi!”. (Gv 20, 19)
Finisce con l’invio:
questa misericordia, spargetela, diffondetela! (cf. Gv 20, 21-23 )
Tutti ne hanno bisogno!
La sera di Pasqua è quindi una liturgia del perdono.
Fu la prima tappa offerta dal coach Gesù, la sera di Pasqua.
Ci voleva, prima di ogni cosa, la misericordia.
Sarebbe stato vano e inutile voler costruire qualunque cosa,
se non ci fosse stato prima il dono della misericordia.
Se alla base non c’è il perdono, tutto il resto crolla.
Ma quello che si costruisce sulla misericordia è incrollabile.
Ricordatevi della guarigione del paralitico che comincia con:
"Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati". (Mt 9,2)
Ricordatevi del piccolo commento che fa Gesù al Padre Nostro,
che ci dice la necessità del perdono come prima cosa. (cf. Mt 6, 14-15)
Non dimentichiamo mai questo!
Mettete la misericordia come fondamento di ogni cosa nella vostra vita.
Meglio: ricevete la misericordia come il fondamento
di ogni cosa nella vostra vita.
È la solidità, l’unica vera solidità quaggiù!
Chi è stato l’artefice discreto di questa sera di Pasqua?
Lo Spirito Santo!
E' già Lui che opera in questo battesimo di misericordia.
Come un primo soffio.
Come una prima unzione.
Poi verrà la pienezza del dono dello Spirito Santo a Pentecoste,
che darà loro una forza straordinaria per amare, per amarsi,
per portare l’amore di Gesù nel mondo.
Carissimi, è lo stesso per noi.
C’è il primo dono, il dono fondamentale, che è il Battesimo.
Il Battesimo è misericordia, pura misericordia,
immersione nella divina misericordia.
Poi c’è la Cresima con la quale riceviamo in noi
la presenza viva e personale dello Spirito Santo,
come già gli apostoli a Pentecoste.
Il tempo pasquale ci fa rivivere queste tappe
perché troviamo solidità nella misericordia.
e diventiamo santi, perché guidati e animati dallo Spirito Santo.
Oggi accogliamo Céleste, Charlotte, Eugénie, Joséphine e Marie,
che a Pentecoste riceveranno il sacramento della Cresima. Benvenute!
Il loro cammino sia per noi tutti occasione di un nuovo sì allo Spirito Santo,
perché amiamo di più,
perché il nostro amore sia una testimonianza viva del Vangelo di Gesù!
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