Epifania del Signore
Is 60,1-6 – Ef 3,2..6 – Mt 2,1-12
Rallegrati, stellina di Dio, il Signore è con te!
Quanta audacia ha l’apostolo Matteo!
Scrive un Vangelo per i cristiani di origine ebraica,
e comincia questo suo vangelo
raccontando che ad andare ad adorare Gesù
furono solo dei Magi, dei sapienti pagani, venuti dall’Oriente… (cfr Mt 2,1)
È un racconto molto provocatorio…
Cosa avvenne?
Bisogna ricordare che Balaam, un profeta di origine pagana, secoli prima,
aveva avuto una visione:
“Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele…” (Num 24,17)
E proseguiva raccontando come questo re
avrebbe riportato una vittoria impressionante sui nemici d’Israele.
È molto probabile che questa visione si fosse diffusa,
e che si sapesse che un giorno una stella avrebbe annunciato un re d’Israele
che avrebbe dominato le nazioni.
Avvenne, quindi, che degli scienziati, dei Magi, riconobbero questa stella.
La tradizione cristiana parla di tre Magi: uno dall’Africa, uno dall’Asia, uno dall’Europa.
E dice che erano un anziano, un uomo di mezza età, e un giovane.
Come si siano poi incontrati per fare l’ultimo tratto insieme, rimane un mistero.
Hanno in comune un medesimo desiderio.
Non si sono messi in cammino in vista di un guadagno, per arricchirsi:
al contrario portano ed offrono delle ricchezze.
Non sono venuti nella speranza di ottenere un posto da ministro nel palazzo reale.
Non sono venuti per scrivere un articolo scientifico e diventare famosi.
Sono venuti, da molto lontano, per adorare.
Hanno messo la propria intelligenza a servizio dell’adorazione.
Già possiamo fare tesoro di questo:
Dio mi ha dato l’intelligenza, e la metto a servizio dell’adorazione di Dio.
Non come Erode che mette la sua intelligenza a servizio del proprio potere assoluto.
A servizio dell’adorazione…
«Si prostrarono e lo adorarono…” (Mt 2,11)
Questi tre scienziati sono ricchi: lo dicono i doni che portano a Gesù.
Danno la propria ricchezza a Gesù,
e così facendo, fanno una vera professione di fede.
Il primo confessa la Regalità di Gesù con l’oro.
Il secondo confessa la Divinità di Gesù con l’incenso.
Il terzo confessa la Passione di Gesù con la mirra.
È una confessione di fede corale.
Ciascuno “canta” un aspetto del mistero,
ciascuno ha bisogno del canto dell’altro perché la confessione di fede sia completa.
Come sono giunti ad una così splendida adorazione?
Prima di tutto con il loro lavoro scientifico, onesto,
usando la propria intelligenza,
e ascoltando la sapienza delle generazioni precedenti.
Poi, con l'ascolto della voce di Dio che parla loro.
La loro spiritualità è aperta a Dio, a un Dio vivo,
come dimostra la loro obbedienza alla voce di Dio
che si manifesta nel sogno, alla fine del racconto. (cfr Mt 2,12)
E infine hanno per Dio un amore reverenziale.
Cercano Dio.
“Qaerere Deum”….
Vedete la grandezza d’animo di questi tre pagani?
E il valore della loro religione che li porta a Gesù?
Papa Benedetto, commentando questo brano, scrive:
“La religiosità può diventare una via verso una vera conoscenza,
una via verso Gesù Cristo.
Quando, però, di fronte alla presenza di Cristo,
non si apre a Lui e si pone contro l’unico Dio e Salvatore,
essa diventa demoniaca e distruttiva.”
(Gesù di Nazaret, L’infanzia di Gesù, Ed Rizzoli, p.109)
I tre saggi testimoniano quindi che la religiosità
“può diventare una via verso una vera conoscenza,
una via verso Gesù Cristo”.
Che grande dignità hanno questi uomini!
Che grande disponibilità!
La capacità di interrogarsi.
La disponibilità a lasciarsi “spostare”.
Un'apertura, una “mobilità” intellettuale e spirituale.
Sogniamo un po’!
I tre saggi arrivano a Gerusalemme,
e parlano della stella, del re appena nato.
Allora Erode, i sommi sacerdoti, gli scribi, i farisei, e tutto il popolo,
con grande gioia,
prendono doni, offerte, regali preziosi, e vanno a Betlemme
per adorare il Bambino.
Anch'essi vedono la stella, e insieme agli scienziati stranieri,
provano una gioia grandissima! (cfr Mt 2,10)
Ed è una lunga fila di adoratori, pieni di stupore e di allegrezza….
Fu questa la realtà?
No!
Era stato fatto l’annuncio? Sì!
I tre saggi avevano parlato? Sì!
E Gerusalemme ne fu “turbata”…(cfr Mt 2,3)
Ma nessuno si mosse.
Nessuno andò.
Solo Erode vuole fare dei tre saggi i suoi 007
per poi andare ad uccidere il neonato di cui ha paura.
Bisogna guardare questa immobilità.
Vi vedo l’immagine di una Chiesa immobile.
Arriva l’annunzio, che dice la novità di Dio nella storia.
Che dice come Dio vuole raggiungere gli uomini oggi,
che manifesta come l’Amore di Dio oggi si fa carne.
L’annunzio attraversa la Chiesa.
Esce dalla Chiesa.
E la Chiesa rimane immobile, insensibile, sorda.
Paralizzata dalle sue conoscenze, dalle sue abitudini, dai suoi riti.
Rimane insensibile perché l’annunzio è venuto da una sorgente inaspettata.
E' venuto da fuori di essa…
Fratelli e sorelle, che chiamata all’ascolto!
Che chiamata alla mobilità!
Siamo una Chiesa mobile?
Una comunità mobile?
“Alzati, Gerusalemme!” abbiamo sentito oggi! (cfr Is 60,1)
Non rinchiuderti nella tua “zona di conforto”.
Non ripiegarti in un “Cato-Land”
per proteggerti dalla post-modernità che ti fa paura…
Non sai che Gesù ha già vinto il male?
Non sai che il gender non avrà l’ultima parola?
Che il wokismo e la cancel culture non avranno l’ultima parola?
Che la cultura della morte non avrà l’ultima parola?
Che l’impadronirsi della vita, del sesso e della morte non avrà l’ultima parola?
Non prendere le armi per difendere Dio,
come pretendono di fare il Presidente Putin o i terroristi islamici.
Bisogna guardare:
come Dio sta agendo oggi nel cuore dei nostri fratelli e sorelle
agnostici, indifferenti, atei?
Come Dio sta cercando chi ha perduto il senso di Dio e il senso dell’uomo?
Come Dio agisce per non perdere le tante anime
che si incamminano verso l’inferno della rabbia, della paura e del non amore?
Bisogna ascoltarli, questi fratelli, per capire come Dio opera nella post-modernità.
Dio non ha abbandonato l’umanità che Lo respinge e cerca di prendere il suo posto.
Qual è la stella che il Signore oggi fa sorgere su di loro?
La Stella, oggi, chiaramente, è Maria.
Quanto è attiva Maria nel mondo di oggi,
come una Madre premurosa che non vuole perdere neanche un figlio.
La Stella oggi è la piccola comunità cristiana.
Piccola… ma dove la fede è viva, la preghiera è viva,
e quindi l’amore reciproco è vivissimo.
La piccola Stella… ecco quello che siamo… per grazia!
È finito il tempo dei grandi numeri, del successo,
è il tempo del granellino, il tempo della stellina.
Ricordatevi: “Le stelle brillano nei loro posti di guardia e gioiscono; egli le ha chiamate ed hanno risposto: "Eccoci!", e brillano di gioia per colui che le ha create.” (cfr. Bar 3,34)
Ecco la nostra vocazione:
nel mondo della post-modernità, brillare di gioia per il Signore…
Non dimenticando mai che “le genti sono chiamate, in Cristo Gesù,
a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo
e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo”. (Ef 3,6)
La “manifestazione” di Gesù ormai è la nostra missione.
Una manifestazione umile e gioiosa!
Chiara e coraggiosa.
Mossa solo dall’amore.
Rallegrati, stellina di Dio, il Signore è con te!
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