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6 gennaio 2021 - Badia FiorentinaFr. Antoine-Emmanuel



Epifania del Signore

Is 60,1-6 – Ef. 3,2..6 – Mt 2,1-12


Avete sentito nel Vangelo?

“Entrati nella casa” … (Mt 2,11)

Non è più una grotta insalubre, bensì una “casa”.

Qualcuno ha dato ospitalità alla piccola famiglia di Nazareth,

alla Santa Famiglia.

Vi sono – e quanti ce ne sono! – cuori aperti, disponibili,

ad accogliere chi è nel bisogno.

Questo piccolo dettaglio del Vangelo

ci chiama a render grazie a Dio per tutti coloro che oggi si danno da fare

per prendersi cura dei poveri, dei migranti, …


Non avvenne così invece a Gerusalemme.

Quando i Magi vi portarono l’annuncio della nascita del Re Messia,

nessuno si mosse per fare sette chilometri a piedi ed andare ad accogliere questo bambino.

Solo chiusura, solo paura per il proprio potere…

Eppure sette chilometri sono pochi!


Si capisce che la stella non brilli su Gerusalemme!

Non può brillare là dove regna il potere egoista e arrogante,

civile o religioso che sia…


Che contrasto con i Magi dell’Oriente che avranno percorso migliaia di chilometri

per adorare il Re Messia, di cui hanno riconosciuto la stella.

Anche in loro si vede la bellezza del cuore umano!


Sono uomini col cuore all’erta,

che cercano, che scrutano, che riflettono…

E quando appare la stella, decidono di mettersi in cammino.

C’erano tantissimi motivi per non andare:

la lunghezza del percorso, tutti i pericoli delle strade,

l’esito sconosciuto dell’avventura, il rischio di andare invano, e così via…

Eppure partono!

Non per un re della terra.

Non avrebbero nessuna ragione per andare a prostrarsi dinanzi ad un re della terra:

non sono pazzi!

Si incamminano perché hanno intuito che questo re è divino,

è quel re che il mago Balaam, in quel momento ispirato, aveva preannunziato:

“Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele…” (Num 24,17)


L’itinerario dei Magi simboleggia l’itinerario della vita

di tanti uomini e donne di buona volontà,

che sono “senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza (del Popolo di Dio),

estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo”(cfr Ef 2,12),

ma seguono una misteriosa stella divina durante tutta la vita.


Hanno una conoscenza di Dio molto incerta,

ma seguono la stella,

e sono tra i santi della porta accanto.

E, pur non conoscendo Dio con chiarezza, pur non battezzati,

entrano alla fine del viaggio della vita nella Casa

dove trovano la Madre ed il Salvatore,

dove trovano la Salvezza.


Questo Vangelo è un inno stupendo all'universalità del dono della Salvezza!

Al dono di Gesù che è venuto “ad annunciare pace a coloro che erano lontani, e pace a coloro che erano vicini. Al punto che per mezzo di Lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.” (cfr Ef 2,17).


È quello che Paolo ci ha detto oggi,

e che costituisce una novità straordinaria:

“Le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità”.


Ma formando un popolo a parte?

No! Sono chiamate “a formare lo stesso corpo”.


Ma con un livello di grazia inferiore?

No! Sono chiamate “ad essere partecipi della stessa promessa

per mezzo del Vangelo” (cfr Ef 3,6).


L’ingresso dei Magi nella “casa” è l’annuncio

dell’ingresso di gente da tantissimi popoli nel Cielo!

Quante sorprese avremo in Cielo!

Sarà bellissimo vedere la Salvezza di Gesù

riflettersi nello sguardo luminosissimo di volti

provenienti da una diversità stupenda di orizzonti!


Sono belli questi Magi!

Gli Atti degli Apostoli dicono che la parola “mago” si può tradurre con “Elymas” (Att 13,8)

Viene da una radice semitica che significa “nascosto”.

Sono degli uomini che conoscono delle cose nascoste…

Sono portatori di un dono nascosto…

E questo ci invita ad onorare le persone che, pur non avendo ricevuto il dono della fede,

sono in ricerca della verità col cuore aperto alla trascendenza…


Non aspettiamo il Cielo per onorarli!

Ogni uomo, ogni donna, ogni bambino della terra

è una persona amata infinitamente

e per la quale Gesù si è offerto fino alla Croce,

fino all’Abbandono…


Sono belli questi Magi!

E, arrivando in Cielo,

offrono con gioia l’oro dell’amore vissuto sulla terra,

l’incenso della loro preghiera, pur povera,

e la mirra delle loro sofferenze.

E gratuitamente ricevono la Salvezza che è Gesù in persona…


Davvero Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati

e giungano alla conoscenza della verità.” (1 Tm 2,4)

E perciò offre a chi non Lo conosce ancora

una stella che porta a Gesù!


Ma, oggi, quale sarà la stella per chi non conosce ancora Dio?

Sarai tu! Saremo noi!


Ecco la nostra vocazione: essere una piccola stella luminosa

per i famigliari, gli amici, i conoscenti, i vicini di casa, i colleghi di lavoro…


Una stella… o meglio un pianeta che per natura riflette la luce del Sole:

così noi siamo chiamati a riflettere,

pur nelle nostre grandi povertà personali e comunitarie,

la Luce dell’Amore divino

per essere insieme stelle nel mondo.

In mezzo (al mondo) voi risplendete come astri nel mondo,

tenendo salda la parola di vita” dice Paolo ai Filippesi. (Fil 2,15-16)


È la bellezza della nostra chiamata!

Quella che già il Profeta Baruc preannunziava:

“Le stelle brillano nei loro posti di guardia e gioiscono;

(Il Signore) le chiama e rispondono: "Eccoci!", e brillano di gioia per colui che le ha create.” (cfr. Bar 3,34-35)


Il Signore chiama, e quest’anno risponderai: “Eccomi”!

Eccomi per accogliere e riflettere la Tua luce Signore.

Insieme risponderemo “Eccoci”, così da offrire al mondo la luce più luminosa che ci sia:

quella dell’amore reciproco,

brillando di gioia per Colui che ci ha creati!


E se la pandemia ci porta allo scoraggiamento,

alla rinuncia, alla defezione, “Sursum corda”!

Oggi più che mai siamo chiamati a vivere quello che ci dice il nostro Libro di vita:

“La tua comunità, per il fervore della sua preghiera,

la realtà del suo amore, la verità della sua accoglienza,

sia quella cellula della Chiesa in tutto simile a ciò che

Cristo vuole che sia: una, santa, apostolica e universale;

epifania del Signore della Luce.”[1]


Questa missione, l’affidiamo alla Beata Vergine Maria, Madre di tutti gli uomini.

A lei consacriamoci ogni mattina,

per diventare la sua corona di stelle…. (cfr Ap 12,1)

così che Lei possa dire di noi: “Voi siete mia gioia e mia corona”! (cfr Fil 4,1)


Ave, maris stella…


“Ave, o Stella del mare nobile madre di Dio, Vergine sempre, o Maria porta felice del cielo.


Ricevi il saluto dalle labbra di Gabriele muta la sorte di Eva donaci la pace.


Sciogli le catene ai prigionieri rendi la luce ai ciechi, scaccia da noi ogni male, chiedi per noi ogni bene.”


E aggiungiamo:


La nostra vita,

luminosa come la Tua,

divenga stella per il mondo

[1] Libro di Vita di Gerusalemme, n.159

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