Dedicazione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore
Is 60,1-6 – 1 Cor 12,12-31 - Gv 21,15-19
La Chiesa è opera di Dio
Fossi stato Gesù risorto, come apostoli avrei scelto delle donne.
Basti ricordare la fuga di quasi tutti i discepoli.
Lo stesso Pietro che aveva detto: “Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!"
(Mc 14,29), tre volte rinnegò Gesù.
Fino ad imprecare e a giurare: "Non conosco quest'uomo di cui parlate".
(Mc 14,71)
Le donne, anzitutto la Madre e la Maddalena, invece rimasero fedeli.
Esse stettero ai piedi della Croce.
Non abbandonarono, né tradirono Gesù.
Gli apostoli sì!
Non avreste scelto delle donne?
Eppure Gesù confermò la sua scelta.
Non solo scelse di nuovo degli uomini, ma confermò quegli stessi apostoli
che poco prima l’avevano abbandonato, nell’ora del dolore.
Lo vediamo nel Vangelo odierno.
Gesù disse a Simon Pietro: "Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?".
Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". (Gv 21,15)
Pietro afferma con forza il suo amore…
La seconda volta l’avrà detto con un po' meno ardore e superbia.
La terza volta ne fu rattristato, umiliato.
Pietro ha capito che l’amore che Gesù gli chiede
non è un amore zelante che scaturisce dal proprio ardore, dall’essere sicuro di sé:
è un amore umile, un amore umiliato,
un amore che si fonda non sul proprio zelo, ma sull’amore di Gesù.
Questa è la Chiesa.
La Chiesa non poggia sull’ardore degli uomini, neanche dei santi,
ma sul dono di Gesù, sull’amore di Gesù.
E Gesù sceglie degli uomini fragili.
Prima di tutto perché tutti siamo fragili.
Ma anche, volutamente, perché si veda bene
che il tesoro che portano non è opera loro!
È opera di Dio!
Gesù sceglie degli uomini fragili.
E sempre sceglierà degli uomini,
e delle donne fragili.
Degli uomini per il servizio, e non il potere, di apostoli.
Delle donne per il servizio, e non il potere, mariano, femminile,
che è coessenziale all’esistenza della Chiesa.
Con un bisogno reciproco,
un aver sempre bisogno gli uni degli altri.
Del resto Dio agisce sempre così:
ci crea e ci salva in un modo tale che abbiamo bisogno gli uni degli altri.
Lo dice oggi Paolo con l’immagine del corpo:
“Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto.”
“Non può l'occhio dire alla mano: "Non ho bisogno di te";
né la testa ai piedi: "Non ho bisogno di voi". (1Cor 12,18.21)
È il genio divino far sì che “le varie membra abbiano cura le une delle altre.”
(cfr 1Cor 12,25)
Lo scopo della Chiesa non è produrre, raggiungere grandi risultati,
brillare, aver successo. No!
È di essere il Popolo di Dio che vive dell’amore di Dio.
E questo avviene nel bisogno reciproco tra le varie membra,
e in particolare tra uomini e donne,
tra ministero ordinato e diaconia mariana.
Questa non può né deve essere una copia esatta
del ministero apostolico!
Ricordiamoci che quello che guasta tutto
è la ricerca del potere, del dominio sugli altri.
Religione e potere sono due termini che quando si uniscono
suscitano violenza, sopruso, guerra….
Il tumore del mondo è questo: il potere che si veste di religione,
e la religione che cerca il potere.
La Chiesa non è questo.
La Chiesa è intessuta di bisogno reciproco,
di amore reciproco.
Dov’è la Chiesa?
Dove regna l’amore reciproco, là dove ci si serve a vicenda.
Là dove si dice:
“Sono felice perché ho bisogno di te”,
e: “Sono felice perché accogli il dono che faccio di me stesso.”
È in questo modo che domani le chiese si riempiranno.
Perché la gente sarà attratta da una qualità di amore vicendevole
che non si trova altrove.
Così possiamo allora leggere la Prima Lettura odierna:
“Alzati, o Chiesa, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebre dell’odio e della guerra ricoprono la terra, nebbia fitta di rancore e di vendetta avvolge le nazioni; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te,
perché hai detto di sì all’Amore Suo.
Attratti dall’amore reciproco che si vive in te, cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno, o Chiesa, e guarda: se vivi dell’amore vicendevole,
tutti verranno a te.
Anche dall’Islam e dai non credenti, i tuoi figli verranno da lontano.
Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore!” (cfr Is 60, 1-5)
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