Domenica di Pasqua
Atti 10,34..43 – Col 3,1-4 – Gv 20,1-9
“Gioia mia, Cristo è risorto!”
La risurrezione… la vedo! La risurrezione, siete voi!
Un popolo vivo, con tanti legami gli uni con gli altri, di solidarietà e di amore.
Con uomini e donne, italiani e stranieri, giovani e anziani,
poveri e benestanti, di destra e di sinistra…
legati da legami d’amore nel Nome di Gesù.
Imperfettamente, ma veramente.
Ecco Cristo Risorto! Voi! Noi!
Vi ricordate della piccola parabola del chicco di grano,
che Gesù disse pochi giorni prima della sua Passione?
“In verità, in verità io vi dico:
se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo;
se invece muore, produce molto frutto.” (Gv 12,24)
Gesù non dice che il chicco di grano, se muore, diviene un nuovo chicco di grano,
anche bellissimo, ma solitario!
No! Dice che produce “molto frutto”.
La risurrezione non è il ritorno di Gesù alla vita di prima,
il ritorno a come lo si vedeva prima della Passione.
Gesù risorge in un corpo nuovo che ci ospita, che ci accoglie, noi tutti!
Ascoltate: “Se possiamo usare il linguaggio della teoria dell'evoluzione,
la risurrezione è la più grande "mutazione" della storia,
il salto assolutamente più decisivo verso una dimensione totalmente nuova.”
Queste sono parole di Papa Benedetto, che aggiunge:
la risurrezione “inaugura una nuova dimensione dell'essere, della vita
È un salto di qualità (…) verso un mondo nuovo che,
partendo da Cristo, già penetra continuamente in questo nostro mondo,
lo trasforma e lo attira a sé.”
Quando si è verificata questa “mutazione”? Essenzialmente nel Battesimo.
Nel Battesimo, “il mio proprio io mi viene tolto
e viene inserito in un nuovo soggetto più grande.”
Il nostro io viene liberato “dal suo isolamento”,
e ci troviamo “nella vastità di Dio…”1, nel Corpo di Cristo!
Noi parliamo spesso della vita eterna:
essa non è il vivere eternamente da singoli isolati.
La vita eterna è comunitaria!
Se uno volesse risorgere da solo, isolato dagli altri,
questo si chiamerebbe inferno…
Gesù non dà vita eterna a degli individui isolati.
Dà vita eterna ad un corpo, suscita un intreccio di legami d’amore,
un onorarci a vicenda, un amarci a vicenda, un servirci a vicenda,
più forti della morte.
La Risurrezione è come un’esplosione di amore tra noi.
Un’esplosione che ci disturba, ci spiazza, ci disorganizza,
che mette in crisi i nostri egoismi, i nostri privilegi, i nostri ruoli…
che suscita un’umanità nuova.
Si sa che Nietzsche diceva: «Se Cristo è risorto, perché siete così tristi?
Voi non avete il volto di persone redente!»
Perché lo poteva dire? Perché resistiamo al dono della Risurrezione!
Al contrario, San Serafino di Sarov, un monaco russo,
era solito dire a chiunque incontrasse, ed in ogni tempo dell’anno:
“Gioia mia, Cristo è risorto!”
L’altro, chiunque sia, è “gioia mia”: questo è accogliere la Risurrezione,
accogliere questo nuovo modo di stare al mondo,
in cui l’altro non è più minaccia per me, bensì gioia.
La Risurrezione di Gesù inaugura una umanità nuova!
È questo che Gesù insegnava con le parabole.
Il piccolissimo granello di senape diviene un albero,
tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami ". (Mt 13,32)
Pochissimo lievito trasforma una grande quantità di farina. (Mt 13,33)
Un unico ceppo della vite dà linfa ad una moltitudine di tralci. (Gv 15,5)
Ecco il dono splendido della Risurrezione!
Un dono così grande che facciamo fatica ad accoglierlo.
È il motivo per cui celebriamo la Pasqua!
Ogni anno, Pasqua è una rinnovata esplosione d’amore
che ci dà forze nuove per rinunciare agli egoismi, per far tacere le armi;
che ci dà energie nuove per tessere e ritessere legami di amore reciproco.
Per diventare di più un solo Corpo!
Allora facciamo un piccolo laboratorio di risurrezione:
chiediamo a Gesù, in cuor nostro, di ricevere la vita della Risurrezione
e, poi, ciascuno di noi vada a dire ad una o più persone:
“Gioia mia, Cristo è risorto!”
1 Cfr: https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/homilies/2006/documents/hf_ben-xvi_hom_20060415_veglia-pasquale.html
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