Dedicazione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore
Is 60, 1-6 - 1Cor 12, 12-31 - Gv 21, 15-19
Se togliamo l'unità, la coerenza che lega tra loro le migliaia di pietre di Santa Maria del Fiore, questo capolavoro di architettura diventa subito un caos...
Quando visitiamo il Duomo vediamo delle pietre, certo, ma la cosa che ci colpisce è l'immensa armonia tra tutte queste pietre e l'intelligenza eccezionale che ha ideato una tale struttura; ci affascina insomma l'unità, la maestosa unità che abbraccia questo volume impressionante fatto di tanta diversità.
Nello stesso modo, quando vediamo la Santa Chiesa vediamo persone con le loro diversità, con le loro forze e debolezze: sono le pietre vive.
Ma la cosa che ci deve colpire quando guardiamo la Chiesa è proprio il miracolo di unità.
Come mai questa realtà così umana ha potuto attraversare i secoli? Come mai non è stata distrutta dalle sue innumerevoli vicende, dalle violenze che ha subito dall’esterno, ma anche, e soprattutto, dalle crisi interne, dal peccato delle sue membra?
Quante volte sarebbe dovuta crollare e diventare ruderi e rovine!
La Chiesa è composta da esseri umani, ma la sua unità è divina, è lo Spirito Santo stesso. Quindi la cosa che conferisce bellezza, santità, perennità alla Chiesa, malgrado tutte le sue debolezze umane, è l'Amore, l'amore divino, lo Spirito Santo che circola in tutto l'edificio e lega tra loro tutte le pietre vive.
Come agisce?
Guardiamo le pietre della nostra cattedrale: come sono legate? Ognuna si lascia portare da altre pietre, e porta a sua volta altre pietre. Nessuna è lì, nessuna esiste solo per se stessa.
Ecco una parabola molto appropriata della comunione nella santa Chiesa!
Come pietra viva sono portato da altre pietre che mi hanno trasmesso la fede, la speranza, l'amore di Dio, e a mia volta devo portare, forse sopportare altre pietre vive. È una legge d'amore, amore ricevuto e amore trasmesso, unico Spirito Santo che circola e lega tutte le pietre. Chi non accetta questa legge non può rimanere nell’edificio.
C'è un'ultima cosa molto interessante da capire nella parabola delle chiese di pietra.
La legge di comunione che lega tutte le pietre produce una sorta di miracolo: quello che era il problema fondamentale, la pesantezza di ogni corpo, diventa una forza. Sostenendosi le une le altre, le pietre superano insieme la legge di gravità: quello che era impossibile a una sola pietra, elevarsi fino al cielo, diventa possibile a una comunione di pietre.
Nello stesso modo, l'unità della santa Chiesa è una vittoria sulla pesantezza del peccato e della morte. L'edificio assume la debolezza umana, ma la capovolge in una legge di vita. Ormai la mia pesantezza è diventata la mia forza, perché mi lascio portare da altri che mi amano e imparo a sostenere gli altri con amore. In questo modo, la pesantezza del peccato diventa una forza di coesione e man mano, con il perdono e l'amore reciproco, l'edificio sale fino al cielo.
Questa è la santità della Chiesa: un'unità che non rifiuta la pesantezza umana, ma la trasforma in amore ed elevazione.
Questa unità divina è vittoria su ogni forza di morte.
Amen
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