III Domenica di Quaresima
Es 20,1-17 - 1 Cor 1,22-25 - Gv 2,13-25
Vorreste, per favore, essere voi la Parola che io voglio dire al mondo?
Il Decalogo che abbiamo ascoltato come Prima lettura è, credo,
un testo molto moderno!
Non credete che la nostra generazione abbia bisogno di sapere
che adorare falsi dei è una via senza uscita?
Di sapere che bisogna riservare un tempo di gratuità per Dio,
fuggendo dallo stress delle cose da fare e dei messaggi da inviare?
Di sapere che prendersi cura dei genitori anziani è vitale?
Di sapere che uccidere, avere rapporti sessuali fuori dall’amore coniugale,
o coinvolgersi nella tratta delle persone
è una perdita drammatica per tutti?
Ora, l’attualità è piena di tutte queste cose.
Abbiamo più che mai bisogno di sapere cosa porti alla vita, cosa porti alla morte,
e il Decalogo ce lo dice con grande chiarezza.
Non diciamo mai che i Dieci Comandamenti sono superati.
Dobbiamo però metterli nel loro contesto.
Cosa dice il versetto che introduce il Decalogo?
"Io sono il Signore, tuo Dio,
che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile.” (Es 20,1)
Dio prima si è fatto vicino, si è preso cura, ha ascoltato le sofferenze del popolo.
Ha preso l’iniziativa di liberarlo dalla schiavitù, senza alcun merito del popolo.
Il comandamento zero è quindi: “Ricordati delle meraviglie che Dio ha compiuto amorosamente nella tua vita e nella vita degli altri.”
Il Decalogo fa parte di un processo di alleanza:
viene il momento in cui il Popolo afferma che metterà in pratica la Legge,
dice di sì al dono della Legge.
Allora Dio dona al popolo un’Alleanza sancita con il sangue,
il che significa: “Voi accettate il mio dono … Io mi prenderò sempre cura di voi”.
(cfr. Es 24,3-8)
La Legge è inserita quindi in un vero dialogo d’Amore.
Non è una regola fredda che cade sul popolo come una ghigliottina.
È per questo che, ancora oggi, i nostri fratelli ebrei danzano con gioia
avendo tra le braccia i rotoli della Thorah.
A pensarci bene, tutta la storia è intrisa di questo dialogo d’Amore che Dio ci offre.
Dialogo in cui Dio si è spinto fino a rivelarci i più grandi segreti del Suo cuore,
quando la Sua Parola si è fatta carne.
Dio si è fatto uomo per parlarci direttamente, senza mediatori, senza traduttori.
Ci ha parlato, ci ha detto tutto morendo per noi sulla Croce.
Non avrebbe potuto parlare più chiaramente, non avrebbe potuto parlare più forte,
e quello che ci ha detto sembra follia,
a tal punto l’amore di Dio si rivela sconfinato.
Bisogna riconoscere che la follia di Dio e più sapiente di tutte le nostre sapienze,
e che la debolezza di Dio, la vulnerabilità di Dio, è più potente di tutti i nostri sforzi.
(cfr. 1Cor 1,25)
Ora, di nuovo, nel cuore del dialogo, ci viene data una legge.
Una legge che non cancella i Dieci Comandamenti,
ma ci dice come compierli e superarli nell’Amore,
nell’amore reciproco,
avendo come misura di amare come Dio ci ha amati.
Ci chiede quindi di essere folli anche noi… e ci elargisce questa follia d’Amore.
Ecco la vita cristiana:
la Parola divina entra nella nostra vita come Gesù entrò nel tempio.
Via tutto quello che non è amore!
Via le nostre finte sapienze che sono dei calcoli per non donarci agli altri!
Via i nostri ragionamenti con cui pensiamo di comprare la benevolenza di Dio!
Questa purificazione avviene in particolare durante la Quaresima:
Dio purifica il Suo Tempio.
Allora diciamo a Gesù:
“Ma come osi rimettere in questioni le nostre abitudini?Che segno ci dai?”
E Gesù risponde: "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere." (Gv 2,19)
Sì, il “Tempio”, il Corpo di Cristo che siamo insieme, viene crocifisso, ma risorge.
Sempre risorge.
Il Corpo di Cristo che formiamo, quando scegliamo l’amore vero,
viene deriso, flagellato, crocifisso dall’odio,
ma risorgiamo nell’Amore.
Veniamo oltraggiati, ci sembra di perdere tutto,
e riprendiamo vita per pura grazia!
Perché il mistero pasquale non è accanto a noi: è in noi.
L’amore vero, la vita trinitaria tra noi, non è una chimera.
Ormai è possibile… ci viene regalata!
Allora diventiamo Parola di Dio per il mondo.
Oggi, attraverso noi, Dio vuole dialogare con il mondo che Lo ha respinto.
Come se dicesse: “Vorreste, per favore,
essere voi la Parola che Io voglio dire al mondo?”
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