IV Domenica del T.O.
Sof 2,3.3,12-13 – 1 Cor 1,26-31 – Mt 5,1-12a
Andate! Camminate! Non fermatevi!
Qual è il domani della Chiesa?
Ci risponde oggi il Signore: “Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero". Il resto d'Israele confiderà nel nome del Signore.” (Sof 3,12-13) Un resto, una piccola minoranza; non una folla che trionfa.
È un tema, un annunzio anzi, molto presente nell’Apocalisse,
il libro della Speranza della Chiesa.
Al capitolo dodicesimo, si legge: “Allora il drago si infuriò contro la donna
e se ne andò a fare guerra contro il resto della sua discendenza,
contro quelli che custodiscono i comandamenti di Dio
e sono in possesso della testimonianza di Gesù.” (Ap 12,17)
Ecco la definizione del resto, del resto chiaramente mariano,
della piccola minoranza creativa e luminosa:
“Quelli che custodiscono i comandamenti di Dio
e sono in possesso della testimonianza di Gesù”,
vivono, cioè, i comandamenti di Dio, nella luce della testimonianza di Gesù.
Questo è esattamente il Vangelo odierno.
Benedetto XVI, commentando le Beatitudini comincia così:
“Le Beatitudini vengono non di rado presentate come l’antitesi neotestamentaria al Decalogo,
come, per così dire, l’etica più elevata dei cristiani
nei confronti dei comandamenti dell'Antico Testamento.
Questa interpretazione fraintende completamente il senso delle parole di Gesù.
Gesù ha sempre dato per scontata la validità del Decalogo.” (Gesù di Nazareth, Ed Rizzoli, pp.93-94)
Gesù non è venuto ad abolire, ma a dare compimento.
Quando Gesù dice: “Avete inteso che fu detto agli antichi: …Ma io vi dico...” (Mt 5,21-22...44),
non intende annullare i comandamenti,
non è una rottura, è un portare a compimento.
I dieci comandamenti indicano una via.
I Salmi in particolare ci dicono: “Beato chi cammina su questa via”!
“Beato chi cammina nella legge del Signore
e trova grande gioia nei suoi comandamenti.” (Sal 118; Sal 111)
Gesù non ci dice: “Prendete un’altra via!”
Ci dice: “Su questa via, io vi rendo capaci di andare più lontano.
Andate! Camminate! Non fermatevi!”
"Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio". (Lc 9,62)
Nel Decalogo sentiamo: “Non ti farai idolo” (Es 20.4)
Questa è la via!
La via della libertà del cuore, che non si lascia imprigionare dagli idoli.
Gesù ci porta più lontano su questa medesima via,
come se dicesse: “Andate! Col mio Amore, non vi attaccherete più ai beni della terra né agli affetti.
Andate! Col mio Amore, potete diventare poveri di cuore,
e vedrete una cosa fantastica: sarà vostro il Regno di Dio!”
"Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.” (Mt 5,3)
Faccio un altro esempio:
Nel Decalogo sentiamo: “Non avrai altri dèi di fronte a me!” (Es 20.3)
Questa è la via!
La via del cuore fiducioso che non si lascia sviare,
rimane orientato verso Dio, il vero Dio, il Padre.
Gesù ci porta più lontano su questa medesima via,
come se dicesse: “Andate! Col mio Amore, anche nel dolore troverete Dio,
anche nel dolore amerete Dio, e saprete piangere sul cuore di Dio.
Andate! Attingendo alla mia morte sulla croce,
farete l’esperienza della consolazione di Dio!”
“Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.” (Mt 5,4)
Un ultimo esempio, poi potrete continuare voi stessi.
Nel Decalogo sentiamo: “Non ucciderai.” (Es 20.13)
Questa è la via!
La via del rispetto della vita altrui, perché la vita appartiene a Dio.
Gesù ci porta più lontano su questa medesima via,
come se dicesse: “Andate! Col mio Amore, non solo non ucciderete,
ma troverete la forza di dare la vostra vita per la pace, la vera pace.
Andate! Col mio Amore, potete diventare artigiani di pace,
e vedrete una cosa fantastica: sarete davvero figli del Padre, in me!”
“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.” (Mt 5,9)
Questo è vivere i comandamenti di Dio, nella luce della testimonianza di Gesù.
Non è un fardello pesante, perché poggia interamente sul dono di Gesù,
sul dono della Sua vita sulla Croce.
“Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore,
e troverete ristoro per la vostra vita.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero". (Mt 11,29-30)
È ristoro per la nostra vita!
Anzi è “Beatitudine”! È sorgente di gioia, di felicità!
La legge del Sinai non è cambiata,
ma siamo ormai capaci di viverla, anzi, di andare più lontano.
Una mistica toscana mette queste parole sulla bocca di Gesù:
“Non diciamo “Guai se non farò questo!” rimanendo tremanti in attesa di peccare, di non essere capaci di non peccare. Ma diciamo: “Beato me se farò questo!”, e, con slancio di soprannaturale gioia, giubilando, lanciamoci verso queste Beatitudini, nate dall’osservanza della legge come corolle di rose da un cespuglio di spine.” (Maria Valtorta, Il Poema dell’Uomo Dio, vol. III, p. 174)
Quindi l’avvenire della Chiesa sta nel vivere le Beatitudini,
cioè nell’obbedire ai comandamenti di Dio,
nel camminare, nell’andare più lontano,
perché attingiamo al dono di Gesù, alla Sua testimonianza, al Suo martirio d’Amore.
Lanciamoci verso queste Beatitudini, lanciamoci insieme, anche nella persecuzione!
“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.” (Mt 5,11-12)
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