XVII Domenica del T.O.
2 Re 4,42-44 – Ef 4,1-6 – Gv 6,1-15
La Presenza più che radio-attiva: agape-attiva!
Quante volte nel Vangelo Gesù chiede
di non fare pubblicità ai miracoli che compie!
Non vuole fare scalpore!
Non cerca la fama.
Eppure, oggi, Gesù compie sul monte un segno straordinario, palese.
Moltiplica il pane, non per un centinaio di fedeli, come fece Eliseo,
ma per una folla immensa di diverse migliaia di persone.
Se Gesù fa un gesto così eccezionale,
significa che quel gesto era necessario.
Veramente e indubitabilmente necessario.
Non fu una casualità.
Non fu una soluzione magica inventata all’ultimo momento
per risolvere un problema fastidioso.
Anzi Giovanni scrive: “Egli infatti sapeva quello che stava per compiere.” (Gv 6,6)
Sapeva che quella situazione, in cui una folla immensa e senza provviste di cibo
si trovava in un “eremos”, cioè in un posto desolato, senza abitanti,
era opportuna per dare un segno essenziale.
Non aneddotico, ma essenziale.
Rinviare la gente a digiuno sarebbe stato indifferenza o disinteresse.
Comprare pane per tutti, risolvere il problema con il denaro, era impossibile.
Risolvere il problema con le risorse disponibili,
cioè cinque pani d’orzo, il pane dei poveri, e due pesciolini,
era pure impossibile.
Ma Gesù “sapeva quello che stava per compiere.” (ibid.)
Gesù voleva rivelarsi come Colui che salva l’umanità
con un Suo Pane,
con un pane povero che diventa salvezza per tutti.
Era talmente importante quel segno per la gente, per noi,
che Gesù acconsentì a fare un segno che poteva essere mal interpretato;
che fu mal interpretato: Lo vollero fare re.
“Sapeva quello che stava per compiere.” (ibid.)
Lo fece per noi, per te, per me…
Ora lo sappiamo:
nell’umana tragedia dei nostri tempi,
non ci salverà l’indifferentismo che si tura gli orecchi
per non sentire il dolore del mondo,
che chiude gli occhi per non vedere il Male all’opera nel mondo.
Come, in questi ultimi giorni a Parigi, nella sostituzione dell’Ultima Cena
con una messa in scena che esalta l’ideologia woke e la depravazione sessuale.
Non ci salveranno l’economia, i soldi, la finanza.
Sono impotenti per sfamare il cuore dell’uomo.
Non ci salverà la tecnica, neanche l’ultima tecnologia,
perché non ha anima:
è solo un mezzo povero, che può servire al meglio come al peggio.
L’unica salvezza si trova nelle mani di Gesù,
nel pane che diventa Pane di Vita, Pane Vivo.
Fu la più bella invenzione del Cuore di Gesù: donarsi come Pane.
Lasciarci la Sua presenza, presenza attiva…
più che radio-attiva: agape-attiva!
Gesù ha voluto mettersi nelle nostre mani, anzi nel nostro corpo, come cibo.
Dono incomparabile!!
Sono convinto che verrà il tempo in cui, vedendo l’estrema fragilità di ogni cosa,
ci aggrapperemo all’Eucarestia!
Capiremo che è Pane di Vita, Pane vitale!
Verrà l’età eucaristica del mondo,
in cui cominceremo a capire il mistero della “manna nascosta” (Ap 2,17).
“Ecco, verranno giorni- oracolo del Signore Dio -in cui manderò la fame nel paese;non fame di pane né sete di acqua, ma di ascoltare le parole del Signore". (Am 8,11)
Fame della Parola, fame del Verbo fatto Pane, fame dell’Eucarestia…
Tutto passa…L’Eucarestia rimarrà fino alla fine dei tempi.
La presenza eucaristica di Gesù che avvolge il mondo, che lo impregna e lo salva,
è la nostra speranza!
L’Eucaristia è l’avvenire del mondo…
Ogni piccola ostia è presenza di Gesù, del Redentore,
dell’Alfa e Omega del mondo.
“Così dice il Signore degli eserciti:
In quei giorni, dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni
afferreranno un Giudeo – un cristiano - per il lembo del mantello e gli diranno:
"Vogliamo venire con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi" (Zac 8,23),
perché abbiamo udito che vi è stato affidato il Pane di Dio, il Pane di Vita.
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