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26 novembre 2023 Badia Fiorentina Fr. Antoine-Emmanuel



Solennità di Cristo Re dell’Universo

Ez 34,11..17 – 1 Cor 15,20..28 – Mt 25,31-46



Permettiamo a Gesù di regnare tra noi!


Il capitolo 25 del Vangelo di Matteo è costruito in modo splendido:

all'inizio due parabole, poi l’affresco profetico che abbiamo appena ascoltato.


La prima parabola è quella delle dieci vergini.

Attraverso di essa, Gesù ci chiama ad essere pronti, oggi, ora…

per l’Incontro definitivo con Lui.

Non possiamo rimandare.

Verrà all’improvviso il momento in cui sarà troppo tardi.

Bisogna essere pronti ora. (cfr. Mt 25,10-13)


La seconda parabola ci dice appunto cosa dobbiamo fare oggi;

cosa non dobbiamo rimandare,

una cosa essenzialmente:

accogliere il Capitale d’Amore di Dio, sconfinato, che Dio ci regala,

e farlo fruttare.

Questo Capitale d’Amore ci è stato manifestato palesemente e donato

nella Croce gloriosa di Gesù.

La profezia di Ezechiele, al capitolo 34, ci ha fatto di nuovo percepire

l’immensità dell'amore di Dio Pastore, di Gesù Pastore,

che si consegna per prendersi cura di ogni pecora,

con una premura, una tenerezza incredibili. (cfr. Ez 34,15-16)

Bisogna accogliere appieno questo Amore oggi,

e farlo fruttificare, divenendo pastori buoni gli uni per gli altri.


Queste due parabole ci preparano all'appuntamento decisivo,

ossia il Giudizio di Dio.

La Scrittura è chiarissima: saremo giudicati.

Sappiamo che vi sarà il giudizio individuale che avverrà alla nostra morte,

e poi il Giudizio universale che avverrà alla Risurrezione finale.

Ma è lo stesso Giudice, Gesù, la stessa dinamica.

Vedremo la nostra vita intera non più con il nostro sguardo, i nostri criteri,

ma con lo sguardo di Dio, lo sguardo di Gesù,

ossia nella Verità.


Nel Giudizio finale vedremo la nostra vita

nel grande intrecciarsi di tutta la storia:

quella che ci ha preceduto, come quella che seguirà la nostra morte.

Appariranno le nostre responsabilità, sia nel bene che nel male.

Sarà tutto chiaro.


In quel momento, ci vorrà una vera conversione della mente e del cuore,

per poter dire come il Buon Ladrone:

“Sì, è vero, è proprio vero… non avevo visto... in questo modo,

non volevo vedere in questo modo,

ma mi arrendo alla Verità.

Non cerco di difendermi, di giustificarmi.

Tu, Signore, sei giusto! Tu sei Verità!”.


E cosa apparirà?

Quello che Gesù ci racconta oggi.

Il Vangelo odierno non è una parabola,

bensì un annuncio profetico, un grande affresco profetico

che ci dice cosa avverrà nell’ora del Giudizio universale.


Qui si tratta di quello che avverrà alla fine dei tempi, alla Risurrezione finale.

Qualunque sia stato l’esito del giudizio personale,

che l’anima sia già nella Beatitudine celeste, nel Purgatorio o nell’Inferno,

ella riavrà il proprio corpo.

L’anima ritroverà il proprio corpo, glorificato.

E, con il nostro corpo, vivremo l’ora del Giudizio finale

che prenderà in considerazione tutta la nostra storia.


Verrà alla luce essenzialmente questo:

come ci saremo comportati con i più piccoli,

che sono, in modo particolare, i fratelli di Gesù.

Li abbiamo vestiti, accolti, accuditi, visitati… amati?


E, lì, vedremo la verità della nostra vita:

quello che avremo fatto a uno di questi più piccoli, l’avremo fatto a Gesù stesso.

E tutti diremo: “Ma non mi rendevo conto

che Tu fossi così dentro la nostra storia umana, così vicino, così coinvolto!” (cfr. Mt 25,35-40)


Siccome a tutti verrà fatta la stessa domanda sulla cura dei più piccoli,

in realtà, la domanda sarà:

“Vi siete presi cura gli uni degli altri?

Siete divenuti fratelli?

Avete veramente accolto l’Amore del Padre,

come la seconda parabola ci ha detto?

Avete accolto l’Amore di Dio?

L’avete investito, l’avete fatto fruttificare, amando come Dio vi ama?

Amandovi a vicenda come Dio ama voi?


Hai accolto l'Amore di Dio?

L’hai fatto fruttificare amando e servendo i più piccoli?

Allora beato sei tu!

Ricevi la tua eredità di figlio che ti è stato preparata

fin dalla creazione del mondo! (cfr. Mt 25,34)


Quindi, e ritorno alla prima parabola,

è necessario non rimandare.

È oggi che bisogna vivere la fraternità universale,

che comincia col prendersi cura dei più fragili.

Permettiamo a Gesù di regnare tra noi!







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