Giovedì della III settimana di Quaresima
Ger 7,23-28 – Lc 11,14-23
La preghiera trasforma l’uomo e la storia
“È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demoni, che egli scaccia i demoni"
dicono alcuni.
“Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.” (Lc 11,15-16)
Ecco come viene spesso accolta l’opera di Dio nel mondo:
con il sospetto o con la bestemmia…
Fa impressione questa resistenza,
che un poeta francese fortemente anticlericale esprimeva cosi:
“Notre Père qui es aux cieux, restes-y !”
Padre Nostro che sei nei cieli, rimani lassù!
Non vogliamo che tu intervenga quaggiù.
O vogliamo che tu intervenga… ma a condizione che sia secondo i nostri piani.
Dio stesso confida a Geremia:
“Essi non ascoltarono né prestarono orecchio alla mia parola;
anzi, procedettero ostinatamente secondo il loro cuore malvagio
e, invece di rivolgersi verso di me, mi hanno voltato le spalle.” (Ger 7,24)
E conclude: “La fedeltà è sparita.” (Ger 7,28)
La medesima resistenza è palese anche nella pagina evangelica odierna:
Gesù compie un miracolo splendido, una liberazione bellissima, ma non si crede…
Non a caso Luca colloca questo racconto e questa reazione
subito dopo l’insegnamento di Gesù sulla preghiera.
Come per dire: “Pregate, voi che vedete le meraviglie che Dio vuole fare per voi,
pregate con insistenza e senza vergogna,
come l’uomo che bussa di notte alla porta dell’amico, e pregate con fede.
Quando pregate “venga il tuo regno”, chiedetelo con fede. E avverrà!
Non chiudete il cuore al dono di Dio.”
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.” (Lc 11,9)
Lo scorso 12 marzo, Papa Francesco, celebrando il 400.mo anniversario
della canonizzazione di Sant' Ignazio commentò in questo modo
il Vangelo della Trasfigurazione:
«Gesù salì sul monte, dice il Vangelo, «a pregare» (…)
E «mentre pregava – prosegue il testo –, il suo volto cambiò d’aspetto» (Luca 9,29).
La trasfigurazione nasce dalla preghiera.
Chiediamoci, magari dopo tanti anni di ministero,
che cos’è oggi per noi, che cos’è oggi per me, pregare.
Forse la forza dell’abitudine e una certa ritualità ci hanno portati a credere
che la preghiera non trasformi l’uomo e la storia.
Invece pregare è trasformare la realtà.
È una missione attiva, un’intercessione continua.
Non è distanza dal mondo, ma cambiamento del mondo.
Pregare è portare il palpito della cronaca a Dio
perché il suo sguardo si spalanchi sulla storia. Cos’è per noi pregare?
E ci farà bene oggi domandarci se la preghiera ci immerge in questa trasformazione;
se getta una luce nuova sulle persone e trasfigura le situazioni.
Perché se la preghiera è viva, “scardina dentro”, ravviva il fuoco della missione,
riaccende la gioia, provoca continuamente a lasciarci inquietare
dal grido sofferente del mondo.
Chiediamoci: come stiamo portando nella preghiera la guerra in corso? »
Queste parole di papa Francesco ci scuotano!
Tu preghi in questo tempo di guerre?
Preghi di più? Preghi con fede? Dai tempo alla preghiera?
Oppure hai perso il fuoco dentro di te?
È ora di svegliarsi dal sonno…
Queste sue parole ci preparano pure a quello che avverrà domani.
Vi invito a scaricare da internet la preghiera che Papa Francesco farà domani.
È un grande atto di fede, di fiducia nella maternità di Maria, Madre di Misericordia.
È un grande SI a quello che fu rivelato a Fatima,
ossia la necessità di una devozione al Cuore Immacolato di Maria,
rifugio per la Chiesa e per l’umanità.
È un atto di fede nella regalità di Maria,
invocata come Regina del Rosario, Regina delle famiglie e Regina della pace.
Un atto di fede fondato sul Vangelo,
con i due pilastri mariani del Vangelo di Giovanni che sono le nozze di Cana e il Calvario.
È pure un SI all’insieme delle apparizioni mariane,
ricordando il Papa le lacrime della Madonna.
Preghiamo!
Preghiamo perché tutti i vescovi del mondo si uniscano a quest’atto di affidamento,
anzi di consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria.
Così finisca la guerra ripugnante e sacrilega che fa strage in Ucraina, e finiscano tutte le guerre.
Comentários