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24 dicembre 2021 Badia Fiorentina Fr. Antoine-Emmanuel


Natale – Messa della notte

Lc 2,1-14


I fili d'oro nel Vangelo della Natività


Avete sentito quello che ci ha detto l’angelo?

Un annuncio fantastico!

"Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo.” (Lc 2,11)


Una grande gioia.

Non una gioia piccola.

Non una gioia che passa.

Non una gioia effimera.

Una grande gioia che ancora oggi ci viene offerta!


Ho sentito questo annuncio.

E poi mi sono chiesto se si possa parlare di gioia quest’anno,

con tutto quello che la pandemia ha causato, da quasi due anni,

con i migranti che muoiono nel mare o nel freddo,

con l’inferno dell’Afghanistan e di tanti paesi come l’Eritrea, il Venezuela, lo Yemen…

E con tutte le malattie di cui si sente parlare.

Non passa giorno che qualcuno non ci annunci che un tale ha un tumore

o la sla o altre patologie gravi,

o che non si venga a sapere di un divorzio, di un suicidio…


Ma mi sono detto: “Se la gioia del Natale che è “per tutto il popolo” io non l’accolgo,

come giungerà a chi soffre?”

Questa gioia è per tutti.

Va offerta a tutti!

Allora accogliamola perché possa aprirsi una strada su questa terra di dolore.

Accogliamola perché possa raggiungere tutti i sofferenti che incontreremo.


Con questo pensiero, sono andato a leggere “Gaudete in Domino” di San Paolo VI.

Dopo aver ricordato i drammi del suo tempo, scrive:

“Questa situazione non può tuttavia impedirci di parlare della gioia, di sperare la gioia.

È nel cuore delle loro angosce che i nostri contemporanei hanno bisogno di conoscere la gioia,

di sentire il suo canto.”


Ma va fatta una precisazione:

La gioia di cui si parla, la gioia divina,

non è una gioia rumorosa fatta di eccitazione, di superficialità.

È la gioia vera.

Non ferisce.

Al contrario, è come una sorpresa dolce e lieve nell’anima.

Come una freschezza inaspettata.

Come una rugiada che nasce anche nel dolore.


E se tu non l’accogli, come giungerà a chi non sa neanche che esiste?

Se invece l’accogli, la condividerai, anche senza rendertene conto.


Ma da dove viene questa gioia?

Per rispondere a questa domanda, sono andato alla ricerca dei fili d’oro

presenti nel Vangelo della Natività.

E ne ho trovati otto che vorrei condividere con voi questa notte.

Cosi che li possiamo condividere con chi è nella tristezza.


Dov’è la gioia in questo Vangelo?


Il primo filo d’oro l’ho trovato nella notte.

Era notte. Notte d’inverno. Buio fitto.

Ed i pastori vegliavano.

Perché la notte è la notte dei ladri, la notte dei lupi, la notte degli sconosciuti.

E i pastori furono avvolti di luce!

Luce angelica, luce del cielo.

Luce che si è levata nei loro cuori, portando la gioia di una vita nuova.

Pensate alla luce che emanava dal Bambino, come dalla Santa Famiglia…

I lupi e i ladri non hanno avuto l’ultima parola!

Ha vinto la luce gioiosa di Dio!


Il secondo filo d’oro l’ho trovato nella parola dell’angelo: “salvatore”.

Ora c’è sulla terra un salvatore.

Anzi il Salvatore!

Noi tutti siamo alle prese con il male che da ogni parte si insinua nella nostra vita.

E non sappiamo bene come liberarci dalla sua rete.

Ma il salvatore c’è ormai.

E non è Cesare Augusto che si dichiarava “salvatore” … è Gesù Bambino.

È “Cristo Signore”: è Dio!

Vi è una nuova presenza di Dio sulla terra.

Una presenza umile, discreta, ma divinamente potente… questo è gioia! Gioia pura!

Se sapessimo la potenza di benedizione che ha oggi il Bambino Gesù…


Il terzo filo d’oro è Betlemme.

A Betlemme, Giuseppe e Maria andarono per motivi amministrativi e fiscali.

Cesare Augusto voleva fare il censimento del mondo intero

per poter poi riscuotere le tasse.

Ed è attraverso questo fatto storico, civile, autoritario ed interessato,

che Gesù è venuto a nascere a Betlemme.

Dio è veramente Signore della storia!

Perché Betlemme significa che Dio sta adempiendo le sue promesse,

tra le quali la centrale era la venuta del Messia, figlio di Davide, da Betlemme.

Gioia, quindi, di vedere che Dio è fedele alle sue promesse.

Gioia di capire che Dio sarà fedele a tutte le promesse che ci ha fatto lungo la nostra vita.


Il quarto filo d’oro è la grotta.

Quando Dio vede che a Betlemme non c’è posto per Lui,

quando vede le porte chiudersi, le finestre chiudersi…

e che non c’è posto neanche per una mamma che sta per partorire,

cosa fa Dio?

Fa un'inversione a U e maledice la città inospitale?

No! Cerca l’ultimo posto, e nasce là.

In quel posto che nessuno voleva, Dio nasce per noi!

Questa caparbietà di Dio nell’amore è formidabile!

Dio non rinuncia a donarsi, a salvarci… e questo è una gioia immensa!


Il quinto filo d’oro è la piccola famiglia che vediamo nella grotta.

Dio nasce in una famiglia, con un padre ed una madre.

Dio consacra la famiglia.

E questo è splendido: la famiglia è benedetta!

La famiglia è santa…

E noi che entriamo nella grotta, ci sentiamo parte di questa famiglia,

di questo focolare dove si respira la semplicità e l’amore.

È l’inizio di una famiglia immensa che vuole dilatarsi e abbracciare l’intera umanità.

Ecco la gioia!

La gioia di poter diventare insieme una famiglia vera e viva!


Il sesto filo d’oro è quello dell’asino e del bue.

Anche il creato è coinvolto nella grande gioia del Natale.

La gioia del Natale è immensa perché è per tutto il creato:

anche le pecore, anche le stelle….

Ma c’è di più:

l’asino e il bue di cui parlava già il Profeta Isaia (Is 1,3)

sono figura dell’umanità col cuore semplice che si apre al dono di Dio.

L’asino che ha viaggiato con la Santa Famiglia è l’Israele umile

e il bue che vede arrivare l’inattesa famiglia nella sua grotta

è figura dei poveri di cuore delle nazioni.

È davvero a tutti che viene offerto il Vero Regalo di Natale:

il Dio Bambino che porta l’umanità e tutto il creato in Dio!


Il settimo filo d’oro è nella mangiatoia.

Il Bambino, ci racconta Luca, fu adagiato in una mangiatoia.

Non è un dettaglio… al punto che Luca lo ripete tre volte.

Ed è proprio questo il Segno per riconoscere il Dio Bambino.

Significa che il Bambino viene per essere mangiato.

Nasce come un dono per sfamare l’umanità.

Viene a saziare l’umanità che ha fame di verità, di amore, di comunione!

Ancora neonato sembra che il Bambino ci dica già:

“PrendeteMi e mangiatene tutti!”

La grande gioia è Dio Pane, Dio Pane di Vita, Dio Pane vivo!


L’ottavo filo d’oro è quello delle fasce.

“Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce…”

Anche le fasce fanno parte del Segno per non sbagliare

ed esser sicuri di riconoscere il Bambino Dio.

Perché questa insistenza sulle fasce?

Se non perché è un accenno al telo, alla sindone nella quale

Gesù sarà avvolto e deposto nella grotta della tomba.

È già il Mistero Pasquale!

C’è già la promessa del consegnarsi totale di Gesù per noi.

La gioia è già la gioia in pienezza di cui Gesù ci parla la sera dell’ultima Cena!


Poi vi è più di un filo: un Cuore d’Oro… la Madre.

La Mamma.

Maria.

Fermatevi un attimo a contemplare la bellezza di questa giovane mamma

che ha appena partorito il Figlio di Dio.

Che bellezza! Che purezza! Che luce!

La vedo e me ne innamoro!

Contemplate i suoi gesti di tenerezza materna per il Figlio dell’Altissimo

che tiene tra le braccia.

Al quale dà il seno per nutrire Dio con latte materno.

Guardate la sua bellezza!

Ed è la tua e la nostra Madre.

È la Madre data a tutta l’umanità!

La Madre che ci offre l’oro della nostra vita: Gesù Suo Figlio!

Immensa gioia!


Una nota per concludere.

Quando avvenne tutto questo?

Perché non è un mito. È storia.

Avvenne all’epoca di Cesare Augusto, Cesare che si dichiarava “Augusto” ossia “adorabile”.

All’epoca in cui regnava su “tutto il mondo”.

Un testo dell’anno 9 a.C. a proposito di Augusto

dice che “La provvidenza, che divinamente dispone la nostra vita,

ha colmato quest’uomo, per la salvezza degli uomini,

di tali doni da mandarlo a noi e alle generazioni future come salvatore.” (Epigrapfe di Priene)


C’è quindi da scegliere come salvatore

tra l’Imperatore che si dice adorabile, e che ci conta per farci pagare le tasse,

e il Dio Bambino che si consegna a noi per pagare Lui il debito dei nostri peccati.


Chi scegli?


Siamo qui questa notte perché abbiamo scelto Gesù.

Abbiamo scelto Colui che è inerme, fragile, povero

E nasce non in una reggia bensì in una grotta.

Colui che ci dona la gioia del Natale…

Grande gioia, sola “grande gioia” per l’umanità di tutti i tempi.

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