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18 marzo 2022 Badia Fiorentina Fr. Antoine-Emmanuel


Venerdì della II settimana di Quaresima

Gen 37,3..28 – Mt 21,33..46

18 marzo 2022


C’era tutto: una vigna, una siepe, una buca per il torchio e una torre.

E il Maestro diede questa vigna in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.

E cosa fecero quei contadini?

Si appropriarono del dono.

Era ormai loro.

E li possiamo immaginare ubriachi…

Ebbrezza del vino, magari dei soldi, e certamente di onnipotenza,

visto come accolsero i servi del Maestro, venuti per raccogliere i frutti.


Senza dubbio, questa parabola riguarda innanzitutto

quello che avvenne al tempo di Gesù e prima ancora:

il rigetto dei profeti, e poi la messa a morte di Gesù

da parte dell’Israele dal cuore indurito che si era appropriato del dono di Dio.


Ma questa parabola è luminosa anche per i nostri tempi.


L’umanità assomiglia a quei contadini

ai quali è stato affidato un dono molto cospicuo e completo:

la vigna del Creato,

la vigna dell'intelligenza che rende possibile la scienza e la tecnica,

la vigna dell’anima, capace di conversare con Dio,

e la vigna della Rivelazione.


E chi sono i servi che Dio “manda” per raccogliere i frutti del dono?

Sono i poveri:

il dono viene concesso perché ci si prenda cura dei poveri.

Poi, i servi più numerosi sono tutte le forme di fragilità umana,

in particolare i malati, gli handicappati, i moribondi.

Infine, chi viene mandato?

I poveri in Spirito, i testimoni di Gesù Crocifisso

che annunciano il Vangelo in modo disarmato.

E cosa avviene spesso ?


Sono tanti a dare i frutti del creato, dell’intelligenza, della Rivelazione e dell’anima ai poveri.

Sono tanti a prendersi cura dei più fragili.

E in moltissime occasioni, i testimoni disarmati della fede sono accolti…


E questa è la bellezza, la dignità, la vera nobiltà dell’umanità.


Ma sappiamo fin troppo bene che spesso non è così…

I poveri?

Li presero, “e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono”.

I vulnerabili, “li trattarono allo stesso modo”. (Mt 21,35-36)

I testimoni disarmati della fede in Gesù? “Li presero, li cacciarono fuori dalla vigna e li uccisero”.

(cfr Mt 21,39)

È il dramma della nostra umanità che abbiamo sotto gli occhi

in modo palese nei nostri giorni.


Quale sarà l’esito del rifiuto di restituire a Dio il frutto del dono a noi affidato?


"Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d'angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi?” (Mt 21,42)


Un capovolgimento.

Un rovesciamento…


Chi sarà la pietra d’angolo domani?

Chi è già oggi la pietra d’angolo dell’umanità vera, unita, avviata verso l’eternità?

Sono i poveri, i vulnerabili, ed i testimoni disarmati della fede in Gesù…


Carissimi,

non aspettiamo, non indugiamo.

Bisogna raccogliere i frutti del dono di Dio e consegnarli al Signore

attraverso i poveri, i vulnerabili ed i testimoni delle Beatitudini.


Bisogna in ogni modo rendere gloria a Dio.

Bisogna ricordare al mondo che Dio è l’autore del dono bellissimo del creato e della vita.

Bisogna gridare dolcemente Dio ed il Suo amore in mezzo al mondo.


Così che per nessuno avvenga secondo la parola così chiara di Gesù:

”Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà; e colui sul quale essa cadrà, verrà stritolato". (Mt 21,44)


Ma, per tutti, la pietra sia pietra angolare di un mondo nuovo

dove regna l’amore reciproco.

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