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16 giugno 2024 Badia Fiorentina Fr. Charles-Marie



XI Domenica del Tempo Ordinario,

Ez 17,22-24 – 2Cor 5,6-10 - Mc 4,26-34


L'autore di queste due piccole e preziose parabole

non può essere che un esperto nell'amore.

La parabola della spiga che si sviluppa spontaneamente,

esprime una prima caratteristica dell'amore:

la capacità di vedere l'altro nella sua crescita.

L'amore conosce il valore del tempo, non esige subito il frutto.

È paziente, come il contadino che conosce il tempo giusto per la mietitura.

Non tira su la spiga per accelerare la crescita,

non teme l'inverno, quando tutto sembra perso ad uno sguardo superficiale.

Ha fiducia, perché conosce la potenza invisibile della vita

che, a suo tempo, si manifesterà.

Così ci guarda Dio, così ci ama.


L'altra parabola indica una seconda caratteristica di un vero sguardo d'amore:

la capacità di vedere il valore del poco.

L'amore sa riconoscere la grandezza che è nascosta nella piccolezza.

Il seme di senape sembra un nulla, ma per chi sa vedere oltre le apparenze,

contiene un'immensa grandezza, il miracolo della vita.

L'importante, dice Madre Teresa, non è fare delle grandi cose,

ma fare le piccole cose con grande amore.


Queste due piccole parabole, quindi, ci parlano anzitutto di Gesù stesso,

del suo sguardo sulla realtà umana, sulla vita, sulla nostra crescita,

ci parlano della qualità, della bellezza dell'amore di Dio per noi.


Anche noi, perciò, entriamo in questo sguardo d'amore,

diamo valore al tempo e al poco,

nella luce della fede, dell'amore e della speranza.

Dio ha seminato nei nostri cuori, mediante il Battesimo, un seme divino.

È la Sua vita stessa che è nascosta in noi.

Come per il coltivatore, non tocca a noi creare il frutto,

renderci cioè santi con le nostre forze...

ma tocca a noi custodire la crescita dell'amore seminato nei nostri cuori.

La nostra responsabilità sta solo nell'annaffiare

e nel proteggere il seme del Battesimo.

Annaffiarlo con i sacramenti,

e difenderlo, con il combattimento spirituale, dal parassìta del peccato.

Per questo bisogna anzitutto credere nella grazia deposta in noi,

bisogna ricominciare con semplicità quando abbiamo sbagliato,

senza scoraggiarci, perché Dio stesso non si scoraggia mai davanti alla nostra vita.

Ci ama con pazienza, con speranza, con attenzione al bene che si sviluppa in noi,

anche se è poco, perché nel piccolo bene che scegliamo oggi,

nel più piccolo seme d'amore, c'è la promessa di un frutto divino.

Amen










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