Santi Servi Fondatori
Sir 44,1..15 - Ef 4,1..16 – Gv 17,20-2
Celebrare un religioso santo, lo facciamo spesso lungo tutto l’anno liturgico,
ma celebrare una comunità intera è cosa così rara!
Grazie ai Servi di Maria di offrirci questa opportunità!
È raro…eppure è la realizzazione del desiderio di Gesù:
“ Prego (…) per quelli che crederanno in me mediante la loro parola:
perché tutti siano una sola cosa.” (Gv 17,20)
La preghiera di Gesù al Padre non chiede
tanto la santità individuale di ciascun credente,
bensì l’unità, l’essere insieme una sola cosa.
Gesù chiede al Padre la santità di popolo, la santità di comunità.
Santi insieme!
Questo, Gesù non l’ha solo sognato,
non l’ha solo chiesto al Padre:si è consegnato alla morte per questo,
“perché tutti siano una sola cosa.”
La Sua Risurrezione ci dice che questa unità nell’amore è oramai possibile.
Possiamo diventare una cosa sola.
L’Amore di Gesù è più forte di tutte le forze centrifughe che ci separano.
“Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me". (Gv 12,32)
Si tratta quindi di lasciarci attirare insieme da Gesù!
Lasciarci prendere insieme nella rete del Suo Amore,
Ecco la nostra vocazione come religiosi:
diventare santi con fratel xx e fratel yy…
con suor xx e suor yy…
Santi insieme.
Ardenti insieme dell’amore di Dio.
Non degli uomini edificanti, famosi, ma sconnessi gli uni dagli altri,
ma degli uomini o delle donne desiderosi, bramosi di attingere insieme all’Amore di Gesù,
di viverne insieme, e di condividere quest’amore senza misura!
È bellissimo il Prefazio di questa festa.
Recita: “Tu (…) hai mirabilmente chiamati (i santi fondatori)
al servizio della gloriosa Madre di Dio,
perché, stando fedelmente con Lei presso la Croce,
dischiudessero al tuo popolo
l’abbondante fonte di salvezza che sgorga dalle piaghe di Cristo.”
Questo prefazio ci dice dove nasce la santità di popolo:
nasce ai piedi della Croce.
In preparazione a questa omelia,
ho scritto a Padre François Marie Lethel o.c.d.
che lavora da anni al Dicastero per la causa dei santi,
e gli ho chiesto se, oltre ai Ss. Sette Fondatori O.S.M.,
ci siano altre canonizzazioni di intere comunità.
Mi ha risposto che “sì, ci sono numerose comunità canonizzate,
al momento della rivoluzione francese,della guerra civile spagnola,
del genocidio armeno.Sempre nel martirio.”
E ha concluso: “È più difficile senza il martirio.”
Le beate carmelitane di Compiègne o i santi monaci di Tiberine
sono stati gettati dalle persecuzioni ai piedi della Croce:
ecco quello che ha fatto santi insieme i membri di queste comunità.
Ricordatevi gli sguardi che si scambiavano i monaci nel film “Uomini di Dio”,
nella loro ultima cena:
si vedeva la loro “complicità” santa nel voler andare fino in fondo nell’amore.
E non era stato ovvio all'inizio: fu il frutto di un discernimento travagliato.
La santità di popolo è più difficile senza il martirio…
C’è molto da pensare qui!
Eppure… è questa la nostra chiamata come religiosi o religiose.
Ce l’ha ricordato oggi Paolo, invitandoci a “sopportarci gli uni gli altri nell’amore” (cf Ef 4,2).
La santità di popolo non viene dal mettere insieme dei temperamenti facili.
Viene dal “sopportare” i fratelli:
è un verbo che dice la difficoltà del vivere insieme,
e la scelta di vivere questa difficoltà nell’amore.
Sapete che questo verbo “sopportare” appare una sola volta nel Vangelo?
“ Fino a quando sarò con voi?
Fino a quando dovrò sopportarvi?” dice Gesù! (Mt 17,17)
Gesù, ha “sopportato”, e anche portato,
e anche amato, e anche perdonato… i suoi discepoli.
È in Lui che diventiamo capaci di “sopportarci nell’amore”.
La nostra forza è di sapere che Gesù ha pregato
perché possiamo sopportarci a vicenda e perché diventiamo una cosa sola.
Da Lui proviene la forza per amarci gli uni gli altri come Egli ci ha amati.
La santità di popolo è possibile!
È il dono di Gesù!
Un’ultima considerazione.
Se non sarà il martirio a farci santi insieme,
può essere che la violenta secolarizzazione dell’Occidente ci aiuti?
Nell'attuale fortissima tendenza dell'Occidente all'individualismo,
a me sembra che siamo davanti ad una scelta, con tre vie possibili.
Possiamo lasciar entrare questa corrente nelle nostre comunità,
passando a poco a poco ad una single life vissuta gli uni accanto agli altri.
Oppure possiamo partire in guerra contro l’individualismo,
con grandi affermazioni morali, discorsi, ed anatemi.
Oppure, contando sull’amore di Gesù, sulla Sua fedeltà,
possiamo sfruttare la realtà presente per riscegliere insieme la vita comune,
veramente comune, e l’amore reciproco.
Amore reciproco nella comunità, ma anche tra le comunità.
Credo che il tempo presente ci spinga a ricordarci
che, prima di essere di tale o tal altra comunità,
prima di avere tale o tal altro fondatore, siamo religiosi, e lo siamo insieme.
Lo siamo insieme al servizio del popolo di Dio.
Lo siamo perché il mondo creda.
Santi Fondatori pregate per noi!
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