Sabato della X settimana del Tempo Ordinario,
1 Re 19,19-21 - Mt 5,33-37
“Te lo giuro!”
“Te lo giuro sulla testa di mia madre!”
Queste espressioni, che si sentono ogni tanto,
sono il sintomo di una malattia, di un tumore dell’umanità
che si chiama falsità.
Noi uomini abbiamo inventato il giuramento nelle nostre discussioni
come un mezzo per liberarci dalla menzogna.
La menzogna è una malattia grave dell’umanità,
fin dall’inganno del serpente, che è “padre della menzogna”.
Gesù lo dice ai capi religiosi d’Israele in questi termini:
Il diavolo “era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità,
perché in lui non c'è verità.
Quando dice il falso, dice ciò che è suo,
perché è menzognero e padre della menzogna.” (Gv 8,44)
Chi di noi non ha mai mentito?
L'abbiamo fatto per proteggerci.
Per salvarci da una situazione difficile.
Perché abbiamo paura di rivelare i nostri errori, le nostre fragilità.
Oppure, al contrario, perché abbiamo paura di affermare le nostre convinzioni.
È questo contesto che ha fatto nascere
la pratica del giuramento nelle nostre contese.
Il che è altro dal giuramento che la società o la Chiesa ci chiede
e non viene dalla nostra iniziativa.
Gesù ci chiede di non giurare mai.
Mai.
Se dici di sì, di' “sì” e basta, non aggiungere nessun giuramento.
Se dici di no, di' “no” e basta, non aggiungere nessun giuramento.
Non è facile, perché significa vivere di una cultura diversa,
vivere di una cultura di verità e di fiducia…
Anzi chiediamo una fiducia maggiore agli altri.
Siamo poveri davanti agli altri, non cercando di convincerli.
Come sempre, abbiamo una certezza:
quello che Gesù ci chiede, in particolare nel Discorso della montagna,
ce lo dona Egli stesso attraverso la Sua Croce e la Sua Risurrezione.
Un frutto del Mistero Pasquale è quindi un linguaggio nuovo, semplice, spoglio.
Non regna più tra noi la paura.
Possiamo essere noi stessi…
Non abbiamo bisogno di forzare nessuno a crederci.
La nostra fiducia di fondo non si basa né sull’essere creduti dagli uomini,
né sull’essere stimati dagli uomini,
ma sull’essere amati dal Padre.
E lo siamo per sempre.
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