Venerdì della X settimana del Tempo Ordinario,
1 Re 19,9a.11-16 - Mt 5,27-32
“Chiunque guarda una donna per desiderarla,
ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.” (Mt 5,28)
Il testo greco dice: “Chiunque guarda una donna essendo abitato da una passione,
in vista di un desiderio intenso,
ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. “
Gesù ci interpella sullo sguardo e dice NO allo sguardo che vede la donna,
anche la propria moglie,
come un oggetto da possedere.
La Legge portata al suo compimento va fino allo sguardo…
Ma quello che Gesù ci comanda, ce lo dona morendo sulla Croce per noi.
Quindi il dono che Gesù ci vuole fare è uno sguardo nuovo sull’altro sesso..
“La lampada del corpo è l'occhio;
perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso.” (Mt 6,22)
Il dono che Gesù ci vuole fare è uno sguardo “semplice”.
Uno sguardo che non ha un progetto nascosto.
Uno sguardo mosso da purezza d’intenzione.
Non è però uno sguardo senza desiderio.
Vi è un desiderio puro, un “eros” sano:
il desiderio di comunione.
Il desiderio di dare e di ricevere nell’amore e nella libertà.
Gesù non è venuto a spegnere il desiderio, ma a purificarlo,
ad allargarlo fino alla dimensione del progetto del Padre.
In Gesù diventiamo capaci di guardarci gli uni gli altri
con il desiderio di diventare una cosa sola.
Più viviamo di Gesù,
più amiamo la differenza sessuale,
perché vi leggiamo una chiamata alla comunione.
In Gesù, vi è un modo nuovo di vivere il rapporto tra uomini e donne,
certamente nel matrimonio,
ma anche nell’amicizia.
Ma sempre alla luce della Croce.
È attraverso la Croce che si giunge a questa qualità nuova di sguardo e di relazione,
che è un piccolo anticipo della riconciliazione dell’umanità
che Gesù ha resa possibile con la Sua Morte e la Sua Risurrezione,
e che l’Eucaristia ci dona già, mentre siamo ancora pellegrini.
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