Terza Domenica di Avvento
So 3,14-17 - Fil 4,4-7 – Lc 3,10-18
Vi ricordate del Vangelo della scorsa domenica?
Si parlava della Parola di Dio che “cadde su Giovanni” nel deserto.
Che Parola “cadde” su di lui?
Essenzialmente questa:
“Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!” (Lc 3,4-6)
Questa profezia appartiene al Libro della Consolazione.
Consolazione immensa… perché viene annunciata la fine dell’esilio! (cfr Is 40,1-11)
Il finale è splendido:
“Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!” (Lc 3,6)
Letteralmente: “Ogni carne vedrà la salvezza di Dio!” (ibid.)
Significa che ad ogni uomo di ogni nazione, popolo, religione… viene offerta la salvezza!
Ecco l’orizzonte della missione di Giovanni, che non va mai dimenticato.
Un orizzonte di gioia, di gioia per tutti!
In che modo Giovanni vive questa sua missione?
Egli se ne va nella regione del Giordano, confinante con il deserto di Giuda,
per predicare e battezzare.
Non propone il rito di purificazione che di solito veniva praticato – moltissimo – dagli Ebrei.
Propone un gesto che si compie una sola volta nella vita,
in vista della venuta imminente del Messia tanto, tanto atteso,
come liberatore d’Israele.
Il suo è un battesimo di “metanoia”, ossia di conversione,
di cambiamento di mentalità, di cambiamento di vita.
Deve esserci un prima ed un dopo.
Non è un rito soltanto… segna un cambiamento radicale nella propria vita.
Come venne accolto questo gesto?
Cosa avvenne nel concreto?
Immaginate un contadino o un pescatore della Galilea.
Abita a 140 km dal luogo in cui si trova Giovanni.
Ha sentito parlare di questo profeta…
“Finalmente un profeta! Sembrava che Dio ci avesse abbandonati!
E si dice anche che annunci il Messia che viene”
Quindi si mette in cammino verso la regione del Giordano.
Cosa trova? Una folla!
Perché tutti andavano da Giovanni!
Cosa gli viene proposto?
Un gesto simbolico, ossia una morte simbolica, nell’immersione nell’acqua,
ed una resurrezione simbolica, il passaggio ad una vita nuova, nell’uscita dall’acqua.
E nel momento in cui compie questo gesto, deve confessare il suo peccato.
Giovanni gli chiede cioè una rinunzia definitiva ai peccati che confessa,
e l’inizio di un nuovo modo di vivere, in rottura con i compromessi, le oscurità
della propria vita.
Con che autorità Giovanni chiede questo?
Con l’autorità della sua parola,
e con l’autorità della sua persona: un uomo che ha vissuto molti anni nel deserto,
che ispira austerità, rifiuto del compromesso, purezza…
E con che prospettiva?
Quella della venuta imminente del Messia, che offrirà la salvezza ad ogni “carne”.
La prospettiva è quindi di un dono di grazia immenso!
Ma che non può esserci senza un giudizio:
perché la grazia o la si accoglie o no.
Giovanni dice questo con due immagini:
“La scure è posta alla radice degli alberi;
perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco". (Lc 3,9)
“Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile". (Lc 3,17)
Quindi devo scegliere, oggi…
Quella parte oscura, nascosta, peccaminosa della mia vita, ci rinuncio o no?
Se sono un esattore di tasse, continuo ad arricchirmi di nascosto sfruttando la gente?
O no?
Se sono un soldato, continuo ad usare menzogna e violenza, per arricchirmi? O no?
Se sono uno qualunque… continuo a vivere nelle mie comodità mentre altri sono senza pane
e senza una coperta per dormire… o no?
Cosa decido, oggi?
Scendo nelle acque confessando il mio peccato? O no?
Certo questo vuole dire rinunciare, perdere, fare brutta figura…
Non sarò più come prima!
Giovanni conosce bene il cuore dell’uomo, il mio cuore.
Sa che noi abbiamo delle “difese immunitarie” contro la conversione.
“Io non ho bisogno di conversione,
perché sono figlio di Abramo…
Pago il contributo per il Tempio, digiuno due volte la settimana,
faccio le mie preghiere…
La Parola di Dio non riguarda me: riguarda gli altri.
In quanto uomo religioso ho un'impunità…” (cfr Lc 3,8)
Cosa mi dice Giovanni? “Figlio di vipere!”
“Figlio del serpente”
“Stai mentendo a te stesso, a Dio e agli altri!
Chi ti ha suggerito questi pensieri come se tu fossi immune
e così bravo da sfuggire alla giustizia di Dio, all’ira di Dio?
Chi, se non il serpente?” (cfr Lc 3,7)
“Grazie, Giovanni!”
Oppure… “Maledetto Giovanni!”
“Grazie!” l'hanno detto tanti, a partire dalle prostitute e dai pubblicani.
“Maledetto!” l'hanno detto tanti uomini molto religiosi!
E così Giovanni prepara le vie del Signore.
Si aprono vie nei cuori!
I burroni dello scoraggiamento si riempiono di speranza.
I monti della superbia crollano.
È un nuovo paesaggio interiore!
In realtà, cosa fa Giovanni?
Giovanni prepara il popolo alle nozze!
Egli è il compagno dello Sposo, che accompagna la sposa – il popolo – verso lo Sposo!
Dice Giovanni:
“Viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali.” (Lc 3, 16)
A chi si slegava il laccio del sandalo?
Ad un uomo che non si sentiva di assumere quello che prevedeva la legge:
se un uomo moriva senza lasciare dei figli,
il fratello doveva sposare la moglie di lui, e prendersene cura.
Egli era il suo “goel”, il suo redentore.
Doveva prendersi cura di colei che era rimasta abbandonata… sposarla!
E se non voleva farlo, gli si toglieva un sandalo per significare
che perdeva il suo diritto su quella donna. (cfr. Dt 25,5-10)
Quindi Giovanni dice, in qualche modo, che
solo Gesù è lo sposo del Popolo d’Israele!
Io devo diminuire!
“Lui deve crescere”. (cfr. Gv 3,30)
Tutti devono riconoscere che il “goel”, il “redentore” è Lui!
Giovanni adempie una missione bellissima!
Prepara la sposa!
La prepara alle nozze, all’abbraccio eterno di Dio!
È l’uomo che accompagna il Popolo verso la gioia nuziale
che è la sola vera gioia!
La gioia che non attinge alla gioia nuziale dell’unione con Dio è una gioia che passa.
Giovanni ci porta alla gioia che non passerà mai!
Guardate come Luca riassume tutto il ministero di Giovanni:
”Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.”(Lc 3,18)
Letteralmente: “Consolando evangelizzava!”
Consolando, annunciava il Lieto Annunzio.
Il Lieto Annunzio delle Nozze con Dio…
È quello che abbiamo sentito nella prima lettura:
“Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia". (Sof 3,17)
Dio colmo di gioia!
Dio che danza di gioia!
Dinanzi ad un singolo? No!
Dinanzi al Popolo…. Finalmente “Popolo.” Finalmente “Suo Popolo”
Se “vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte" (Lc 15,10)
quanto più c'è gioia quando un Popolo si converte!
Guardate bene che la predicazione di Giovanni, appunto, mira a trasformare il Popolo.
Cosa chiede Giovanni?
Chiede di rinunziare a tutto quello che blocca la circolazione dell’amore nel Popolo.
Di rinunciare alle ingiustizie tra noi.
Di rinunziare a tutto quello che sfigura le relazioni.
Come per permettere al sangue di circolare di nuovo!
E cosa farà Gesù?
Darà un Sangue nuovo al Popolo: il Suo Sangue.
Sarà – è – uno sposalizio… e più di uno sposalizio.
Da cui la gioia estrema di Giovanni.
Giovanni ha intravisto come nessuno – salvo Maria – la bellezza del dono,
al punto di presentare Gesù come l’Agnello di Dio
che prende su di sé, che toglie, che porta via
il peccato del mondo… (Gv 1,29)
E se Gesù toglie il peccato, vuole dire che è possibile essere un Popolo nuovo,
radunato dall’Amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Giovanni ha capito che il suo battesimo, che ha attratto folle,
non è però che un segno di conversione, anche se assolutamente necessario.
Il vero Battesimo è quello di Gesù.
Come battezza Gesù? Come ci ha battezzati, mediante la Chiesa?
Nello Spirito Santo e nel Fuoco! (cfr Lc 3,16)
Ecco la sorgente della gioia piena!
Il Fuoco del divin Amore distrugge il peccato,
e il medesimo Fuoco del divin Amore ci fa ardere, bruciare, di Amore!
Il Dono è di diventare un Nuovo Popolo,
in cui ci si relaziona nell’Amore, nello Spirito Santo.
Certo perdiamo “i vantaggi” dei nostri atteggiamenti oscuri e peccaminosi,
ma non è una perdita!
È per entrare nella Danza di Dio, nell’Amore reciproco… nella vita della Trinità.
*
Allora, oggi, vi faccio una proposta:
“Andate – nella preghiera – al Giordano.
Rileggete questo brano.
E ascoltate Giovanni nel vostro cuore.
A che cosa vi chiede di rinunciare in modo definitivo?
E prendete una decisione…”
È questo che ci prepara veramente alla venuta di Gesù.
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