Mercoledì dell’Ottava di Pasqua
Atti 3,1-10 - Lc 24,13-35
Avete notato l’inversione che avviene in questo racconto evangelico?
Quando Gesù fa i primi passi con Cleofa ed il suo compagno,
i due sono convinti che essi sanno, e che quello straniero non sa.
Essi sanno quello che è capitato:
la crocifissione di Gesù, e, con essa, la fine di ogni speranza in Lui.
L’annuncio delle donne, la tomba vuota, non hanno cambiato la loro visione disperata.
“Noi speravamo…”(Lc 24,21) e non speriamo più.
Torniamo alla vita di prima,
Torniamo ad Emmaus, luogo di memoria – e di nostalgia – delle vittorie d’Israele con le armi.
Essi sanno. E Gesù non sa.
Rispetto a questa situazione avviene un’inversione,
quando Gesù insegna, Gesù rivela, Gesù si rivela nel pane spezzato.
“Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero.” (Lc 24,31)
Capiscono che non sapevano, che non avevano capito,
e che lo straniero sulla strada, Lui sapeva la verità. Lui era, ed è, la Verità.
Così avvenne per Cleofa e per il suo compagno.
Ma non furono i soli.
Basti pensare ai due annunci di Maria di Magdala:
Il primo annuncio, prima di essere inviata da Gesù,
è: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro”,
è un furto della salma di Gesù. (cf Gv 20,2)
Il secondo annuncio è: "Ho visto il Signore!" e mi ha detto
"Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro." (Gv 20,17-18)
Non si accoglie d'un sol colpo la verità e la portata del Mistero Pasquale.
Ci vuole tempo, ci vogliono delle tappe.
Il Vangelo della Risurrezione deve crescere in noi.
O meglio, noi cresciamo man mano nella realtà della Risurrezione.
Bisogna disarmare, perdere le proprie certezze,
per lasciarsi afferrare da questo mistero di Vita sconfinata.
Tu a che punto sei?
Il Mistero Pasquale è rimasto alla soglia del tuo cuore,
oppure ha cominciato a mettere fuoco alla tua anima,
a disordinare la tua vita per riordinarla all’Amore?
“Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli.” (1Gv 3,14)
Si tratta di una vera e propria conversione,
una meta-noia, un passare ad una nuova comprensione della vita.
Ne sono testimoni Pietro e Giovanni, quando Pietro dice allo storpio:
"Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do:
nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!". (At 3,6)
Se ti aspetti dalla Chiesa un piccolo benessere, un sentirti bene passeggero,
sarai sempre deluso.
Perché il dono che ti fa la Chiesa, che ti fa Gesù Risorto non è questo.
È un “alzati e cammina”.
È la capacità di uscire dalle tue paralisi,
e di entrare nel tempio di Dio “camminando, saltando e lodando Dio” (At 3,8)
perché è entrata in te la Vita!
Non stai più ad elemosinare un po’ di benessere,
ti metti a dare la tua vita,
sei entrato nell’Amore e nella Misericordia,
e questo è Vita Eterna.
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