Solennità dell’Ascensione del Signore – B
At 1,1-11; Ef 4,1-13; Mc 16,15 -20
Come forse sapete già, siamo nell'anno dedicato alla preghiera.
In questa festa dell'Ascensione, mi ricordo dell'osservazione sorprendente e profonda di un monaco copto egiziano, Matta El Maskine, che è stato un grande padre spirituale della nostra epoca. Alla domanda: “Cos'è la preghiera?", questo monaco, che ne aveva tanta esperienza, rispose: "La preghiera è un grande mistero, quasi non se ne può parlare, è il mistero dell'Ascensione in noi."
Credo che questa risposta di un uomo di preghiera sia una bella porta per intravedere il mistero che celebriamo oggi, e capire che non è solo un evento del passato, ma un evento attuale, anzi un evento che ci tocca nella nostra interiorità più profonda.
L'Ascensione è un mistero attuale.
Non è solo l'ultimo viaggio di Gesù... e poi, raggiunto il cielo, finito il viaggio... basta! No, questo salire verso il Padre è uno stato costante in Gesù risorto. Con la sua umanità Gesù si immerge senza sosta nel cuore di Dio, come un fiume nel mare. Il movimento, il desiderio, la corrente non cessa mai. Questo fiume vivente, ascensionale, è l'unico passaggio dalla terra verso il cielo, è l'unica strada che dà accesso al Padre. In Gesù risorto, la nostra realtà umana non è solo salvata, ma è anche portata in Dio, ammessa alla comunione col Padre, trasfigurata, divinizzata.
Il sublime mistero dell' Ascensione non è lontano da noi.
Se Gesù è divenuto un fiume che porta la realtà umana fino al cuore di Dio, questo fiume non sta lontano da noi bensì in noi. Pregare significa raggiungere questo fiume, lasciare che questa presenza di Gesù in noi ci porti verso il Padre come una corrente. Infatti la presenza di Gesù in noi è una presenza dinamica, totalmente orientata verso il volto del Padre. Nel fondo del pozzo del nostro cuore non c'è un'acqua stagnante, bensi una corrente potentissima che ci prende con sé. Bisogna raggiungerla, però è lei che ci prende.
Lo sforzo della preghiera sta nello scavare il pozzo, senza vedere nulla, nella pura fede, cercando solo di raggiungere la presenza interiore di Gesù. Però la fecondità della preghiera sta nella forza del fiume in cui scendiamo, tocca a lui, e a lui solo, di portarci verso il Padre: è Gesù nella sua Ascensione.
Ecco perché la nostra preghiera è insieme povera e potente: è povera perché richiede un umile sforzo per scavare il pozzo, cioè cercare la presenza di Gesù nella penombra della fede. Però la preghiera è anche potente a causa della forza del fiume in cui scendiamo: Gesù cioè che sta salendo verso il Padre. Raggiungiamo quindi in essa l'Ascensione di Cristo, che misteriosamente si compie nei nostri cuori.
Amen.
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