IV Domenica di Quaresima - B
2 Cr 36,14-16.19-23 - Ef 2,4-10 - Gv 3,14-21
“Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito”
Fra due settimane entreremo nella Settimana Santa.
Ma già oggi il Vangelo ci offre in anticipo una chiave di lettura
per contemplare la Passione di Gesù, la vera chiave di lettura:
"Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito
perché chiunque crede in lui non vada perduto". (Gv 3,16)
Gesù è stato consegnato nelle mani degli uomini a causa del suo amore.
Infatti cosa risponderemmo alla domanda:
"Gesù, di chi sei stato la vittima per aver sofferto questa tremenda passione?"
Di Pilato? No, perché Pilato è stato manipolato dai grandi sacerdoti.
Allora sei stato vittima della gelosia dei capi religiosi?
No, perché se avessero saputo che eri il figlio di Dio, mai ti avrebbero consegnato a Pilato, come dirà Paolo all'indomani della Risurrezione (cfr. 1Cor 2,2-8).
Allora sei stato la vittima, alla fine, dei nostri peccati?
Non è forse questa la ragione fondamentale della tua morte in croce?
Però non basta dire che sei stato la vittima dei nostri peccati.
Perché in verità non hai voluto presentarti come vittima degli uomini,
anzi hai domandato il perdono per tutti noi
che non sapevamo cosa stavamo facendo (cfr. Lc 23,34).
Ma se Dio ha consegnato il suo Figlio
è solo perché ha troppo amato questo mondo.
Dio è stato la vittima del proprio amore.
Non c'è ragione più profonda...
Per questo Gesù conserva durante la sua passione
una paradossale ma totale libertà.
Non vivrà questa via di dolore con passività,
come qualcuno che subisce il suo destino:
"La mia vita nessuno me la toglie, sono io a darla". (cfr. Gv 10,18)
Al Getsemani, Gesù accetterà fino in fondo questo disegno divino.
Ma non sarà una sottomissione a un destino ineluttabile,
sarà un'adesione totale, con tutta la sua umanità, al progetto divino di amare il mondo.
E di amarlo così, con una compassione infinita
che spinge Dio ad assumere la sofferenza e la morte delle sue amatissime creature.
Dio ha troppo amato il mondo...
"Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito".
Non bisogna immaginare che solo il Figlio si doni a noi.
No, attraverso il consegnarsi di Gesù è l'intera Trinità che si offre all'umanità.
Il Padre ha mandato il Figlio,
ma in questo mandare il Figlio,
Egli stesso si dona a noi,
ci ama fino all'oblazione totale.
Ugualmente lo Spirito Santo offrirà se stesso attraverso Gesù.
Lo vedremo nell'intero sviluppo del mistero pasquale, fino alla Pentecoste.
Il consegnarsi di Gesù quindi è l'espressione dell'amore dell'intera Trinità per noi,
anzi è l'espressione più grande dell'amore di Dio per l'umanità.
Per Dio amarci è donarci Gesù.
"Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito".
C'è una conseguenza molto importante per noi, oggi.
Quando Dio mi vuole amare, oggi, nella mia realtà, cosa fa?
Mi manda Gesù. È il suo modo di amarmi.
Sono forse nella prova? Ho bisogno più che mai dell'amore di Dio?
Cosa fa Dio? Magari mi toglierà la croce? Forse sì, forse no.
Ma sicuramente mi manda suo Figlio, affinché, credendo in Lui, io sia salvato.
Non bisogna immaginare l'amore di Dio come dei sentimenti positivi nei nostri confronti,
non si tratta di emozioni.
L'amore di Dio per noi è Gesù, la presenza di Gesù per noi, in noi.
Gesù è l'Incarnazione dell' amore di Dio.
Quindi quando cerco l'amore di Dio, devo cercare Gesù
o piuttosto devo accogliere Gesù, nella fede,
Gesù che già mi sta accanto, Gesù che assume la mia vita,
Gesù che porta la mia croce.
Se lo credo, sarò veramente salvato,
anche attraverso la morte vissuta con Lui.
Sarò salvato e conoscerò l'amore di Dio
che supera ogni sentimento, ogni tenerezza,
ogni bontà che si possa immaginare.
Amen.
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