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LE OPERE

·         Quattro stralci di affreschi raffiguranti la ”Flagellazione di Cristo”,”Pilato in carcere”,”Giuda impiccato”, la “Salita di Gesù al Calvario”. Sono affreschi staccati durante il restauro eseguito tra il 1958 e 1960, attualmente posti nella cappella di San Bernardo, originariamente dipinti sui muri di una delle cappelle del presbiterio, quella posta a sinistra dell’abside centrale, di patronato Giochi Bastari. Sono opera di un valente pittore fiorentino molto vicino a Giotto, da alcuni ritenuto Nardo di Cione, che li eseguì verso il 1301 con uno stile di grande qualità espressiva, chiarezza formale e realismo sintetico

 

·         Resti di affreschi del tardo Trecento con finti paramenti murari e piccole storie di Santo nella parete della controfacciata. Questi affreschi ci lasciano intuire l’aspetto della chiesa gotica, decorato vivacemente

 

Dossale marmoreo di Mino da Fiesole

·         Dossale marmoreo con Madonna e Bambino fiancheggiati dai Santi Lorenzo e Leonardo, eseguito da Mino da Fiesole tra il 1464 e il 1470 per un’opera più complessa commissionatagli da Dietisalvi Neroni per la sua cappella in San Lorenzo. Quest’opera non fu completata come previsto, perché il committente fu esiliato. Fu lasciata in deposito alla Badia: nel 1470 i monaci saldarono all’artista l’opera realizzata nella forma in cui la vediamo e la collocarono in sacrestia.

 

 

Monumento Funebre a Ugo di Toscana

 

·         Monumento funebre ad Ugo di Toscana eseguito da Mino da Fiesole tra il 1469 e il 1481, posto sulla parete che delimita il braccio est della crociera, in corrispondenza dell’antico altar maggiore, dove si trovava il celebre polittico di Giotto, ora agli Uffizi. Il corpo del marchese era stato tumulato in Badia fin dal 1001, data della sua morte, in una cassa di ferro ed in un’urna di porfido.

Mino da Fiesole, valente scultore fiorentino del Rinascimento,r ealizzò questo monumento, commissionatogli fin dal 1469, in marmo bianco di Carrara, con alcuni inserimenti in porfido rosso scuro. Mino riprese lo schema usato da Bernardo Rossellino nel monumento a Leonardo Bruni in Santa Croce: infatti ha organizzato la tomba poggiandola su un basamento ornato da due angeli alati che reggono l’iscrizione su cui è ricordato l’anno del compimento dell’opera, 1481. Sopra il basamento è realizzata una struttura architettonica rinascimentale, delimitata alle estremità da due lesene con capitelli classicheggianti su cui poggia un arco a tutto sesto. Entro questa architettura, nella parte inferiore di forma rettangolare è inserito il sarcofago con sopra il defunto disteso sul letto funebre, sopra di lui, al centro, su un fondo diviso in tre specchiature, un’allegoria della Carità. Sopra l’architrave che delimita la sezione rettangolare dalla lunetta superiore, un tondo con “Madonna e Bambino Gesù”. Ai lati del sarcofago, in basso, fuori dal prospetto architettonico, due putti con lo stemma, a bande verticali rosse e bianche, della Marca di Toscana. Quest’opera d’arte, considerata il capolavoro di questo artista, è un bell’esempio dell’arte fiorentina rinascimentale che dimostra di voler unificare le “arti maggiori” (architettura, scultura, pittura) in una rappresentazione di grande armonia compositiva, di realismo idealizzato, di comprensione e rielaborazione dell’arte antica romana, oltre che porsi come memoria delle virtù degli uomini illustri per i contemporanei ed i posteri,virtù da imitare e celebrare.

L’Apparizione della Madonna a San Bernardo, di Filippino Lippi

·         Dipinto raffigurante L’Apparizione della Madonna a San Bernardo, opera di Filippino Lippi che la eseguì probabilmente tra il 1482 e il 1486 per la cappella di famiglia Del Pugliese nel monastero di Santa Maria delle Campora di Marignolle, presso Firenze. Questo dipinto arrivò alla Badia durante l’assedio del 1530, per motivi di sicurezza. Sappiamo che il convento delle Campora dipendeva dai monaci della Badia fiorentina. Il committente, Piero di Francesco Del Pugliese, è raffigurato di profilo, a mani giunte, in basso a destra mentre osserva la scena dell’Apparizione della Vergine a San Bernardo, in estasi, sul fondo a destra in alto i monaci osservano, fuori del convento, meravigliati la luce di cui non comprendono il significato. Un particolare curioso è la raffigurazione di un demonio coperto di pelliccia e con minacciose zanne nascosto nella roccia sotto al santo. Il dipinto di Filippino colpisce per la nitidezza del disegno, lo splendore dei colori, la delicatezza e la dolcezza delle fisionomie molto espressive, e belle proporzioni e la sapiente organizzazione della composizione e della profondità. Tuttavia il disegno dell’artista, inquieto e sinuoso, conferisce alla scena un dinamismo psicologico molto innovativo rispetto al clima artistico fiorentino, che gravitava alla corte di Lorenzo il Magnifico di cui Botticelli era senza dubbio il protagonista, dal quale si era invece appena allontanato Leonardo in cerca di altro tipo di committenze a Milano

 

 

·         Organo : opera di Onofrio Zeffirini da Cortona che lo terminò nel 1558

Si tratta dell’unico organo di questo celebre costruttore di strumenti rimasto pressoché integro fino ad oggi: infatti gli altri importanti organi da lui eseguiti (in Sant’Ambrogio, nella chiesa di Ognissanti, in Santa Trinita, in Santa Croce, nel Duomo) sono stati o smembrati o manomessi. A questo bellissimo organo infatti mancano solo l’antica tastiera e una decina di canne piccole su un complesso di 416! Le fonti antiche ricordano la grande fama dello Zeffirini, quasi un mito durato fino al secolo scorso in questa specialità artistica: il restauro, compiuto tra il 1978 e il 1979 recuperando interamente le particolari sonorità, anche manieristiche, di questo strumento, ha confermato la fama del suo costruttore. L’organo è inserito entro strutture lignee dorate, dipinte ed intagliate da Felice Gamberai (attivo in Badia negli anni 1628-1631) nelle quali sono inseriti dipinti raffiguranti a sinistra, a figura intera un “San Michele”, e sopra, entro un tondo, il volto di “Santa Cecilia” dipinti nel 1635 da Francesco Furini; a destra dell’organo un “San Giovanni Battista“ con sopra, entro un tondo, il volto di “David” dipinti nello stesso anno da Baccio del Bianco.

"Assunzione di Maria Vergine" di Giorgio Vasari

·         Dipinto raffigurante “Assunzione di Maria Vergine” con i Santi Benedetto, Nicola di Bari e Santa Scolastica a sinistra e a destra i Santi Lorenzo, Agostino e Giustina, opera di Giorgio Vasari (1511-1574) che realizzò e sistemò sull’altare maggiore della chiesa il 2 febbraio 1568, prendendo il posto dell’antico polittico di Giotto, adesso esposto alla Galleria degli Uffizi. L’opera del Vasari che comprendeva pure una predella, di cui restano due parti a Palazzo Pitti, fu smembrata in occasione della trasformazione seicentesca della chiesa ed inserita nella grande cantoria posta nel braccio est della chiesa, realizzata da Felice Gamberai intorno al 1628.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

·         Soffitto ligneo intagliato a cassettoni ottagonali e rettangolari disposti entro una cornice percorsa ininterrottamente da motivi decorativi fogliacei e sostenuta da finte mensole di acanto eseguito tra il 1628 e il 1631 da Felice Gamberai, che realizzò qui il suo capolavoro tanto da venir richiesto per altri lavori simili fuori Firenze.

·         All’esterno dell’arco del coro si possono osservare, a sinistra una "Immacolata Concezione", a destra una “Annunciazione”, opera di un pittore anonimo del primo Settecento e al centro “Martirio di Santo Stefano” opera di Gian Domenico Ferretti.

Lo stesso pittore eseguì anche, all’interno del coro, “l’Incoronazione della Vergine” e “l’Assunzione della Vergine”, nel 1734 circa.

Le figure dei “Profeti” e le finte architetture sulle pareti all’interno del coro furono eseguite da Pietro Anderlini nel 1734.·        

 

 

Icone di  Giovanna Faccincani (maggio 2011)

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